27 gennaio 2021

Giorno della Memoria, come non dimenticare? Il ricordo vivo al ghetto ebraico di Mantova

Nella giornata di oggi, Giorno della Memoria, Palazzo Ducale ricorda la vicenda del ghetto ebraico di Mantova offrendo uno spunto per un piccolo itinerario urbano. 

Giorno della Memoria, come non dimenticare? Il ricordo vivo al ghetto ebraico di Mantova
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Nella giornata di oggi, Giorno della Memoria, Palazzo Ducale ricorda la vicenda del ghetto ebraico di Mantova offrendo uno spunto per un piccolo itinerario urbano.

"Il ghetto ebraico di Mantova: spunti per un itinerario urbano"

Nella giornata di oggi, Giorno della Memoria, Palazzo Ducale ricorda la vicenda del ghetto ebraico di Mantova offrendo uno spunto per un piccolo itinerario urbano.

Come raccontato in una nota da Palazzo Ducale le prime notizie della comunità ebraica mantovana risalgono all'età comunale. Fu però durante il XV secolo che - grazie a robusti flussi migratori - il numero degli ebrei divenne consistente fino a raggiungere circa il 6-8% della popolazione complessiva della città. Gran parte di questa comunità risiedeva nei pressi della contrada di San Salvatore e di Santo Stefano, attorno alle attuali vie Calvi e Bertani. Nel 1513 viene concessa la dispensa papale per l'apertura ufficiale della prima Sinagoga in città ma, un secolo dopo, il clima è già cambiato: su pressione di Roma, nel 1612 anche a Mantova viene decretata la costituzione del "ghetto" e gli ebrei dovranno vivere d'ora in poi segregati in uno specifico quartiere le cui porte venivano aperte al mattino e chiuse alla sera.

Cosa significasse questa disposizione - a ben guardare emessa senza grande convinzione dai Gonzaga che cercarono il più possibile di temporeggiare - possiamo solo in parte immaginarlo. La celebre "Urbis Mantuae Descriptio" di Gabriele Bertazzolo risalente al 1628 indica chiaramente gli ingressi del ghetto: si trovavano nei pressi della Rotonda di San Lorenzo in piazza Concordia, agli sbocchi delle attuali vie Giustiziati e Bertani, in via Dottrina Cristiana e in tre punti lungo via Calvi.

A fine 1700 chiesta l'abolizione di ogni discriminazione

Quasi due secoli dopo la ghettizzazione, nel 1798, i portoni del ghetto saranno "atterrati" per ordine del Direttorio della Repubblica Cisalpina e sarà dichiarata l'abolizione di ogni discriminazione legata al culto. Le discriminazioni torneranno prepotentemente durate il Novecento, con le prime demolizioni in nome del "risanamento igienico" che culmineranno nel ventennio fascista con l'abbattimento nel 1938 della Sinagoga Grande, ubicata dove oggi sorge il civico 30 di via Calvi. La "Casa del Rabbino", con la sua splendida facciata seicentesca decorata, è uno dei pochi edifici del vecchio ghetto che sopravvivono ancora oggi e si trova in via Bertani angolo via Governolo.

A Palazzo Ducale oggetti salvati dalle distruzioni

Pochi sanno che a Palazzo Ducale conserva tra le sue collezioni un nucleo di oggetti salvati dalle distruzioni operate nel corso del XX secolo. Questa collezione è attualmente parte di un progetto allestitivo che verrà presentato nei prossimi mesi.

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