Mantova

Dopo 300 anni scoperto l'autore di sei sculture di Palazzo Ducale

Gli approfondimenti realizzati dallo studioso Maichol Clemente. Previsto ora un riallestimento degli spazi espositivi

Dopo 300 anni scoperto l'autore di sei sculture di Palazzo Ducale
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Studi appena conclusi portano, dopo 300 anni, a nuova scoperta per Palazzo Ducale: sei statue in marmo di Carrara furono realizzate da Andrea Baratta.

La scoperta dopo 300 dall'arrivo a Mantova

Dopo 300 anni è stato scoperto il nome dell'artista che realizzò sei statue esposte a Palazzo Ducale. Si tratta dell'artista carrarese Andrea Baratta.

Nel 1716 infatti un importante gruppo di dipinti, sculture e arredi fu trasferito da Mirandola a Mantova per volere degli Asburgo. L’intento era di arredare Palazzo Ducale, eletto a sede di rappresentanza dei nuovi regnanti. Il complesso era stato svuotato di molti degli arredi e delle opere d’arte dalla recente fuga a Venezia dell’ultimo esponente dei Gonzaga-Nevers, il duca Ferdinando Carlo, accusato di “fellonia” dall’imperatore Giuseppe I.

Tante e nuove opere a Palazzo Ducale

Giunsero così sulle sponde del Mincio innumerevoli opere, tra le quali immense tele di scuola veneta di Sante Peranda e di Jacopo Palma il Giovane attualmente esposte nell’Appartamento di Vincenzo in Corte Vecchia.

Una delle opere su cui sono stati eseguiti di recente gli studi
Una delle opere su cui sono stati eseguiti di recente gli studi

Se in passato queste opere sono state ben studiate, non era ancora stato svelato il mistero delle sei statuette raffiguranti Divinità antiche. Si tratta di sculture in marmo di Carrara alte ciascuna circa 75 cm; due di esse sono firmate “Andre B”. A identificare questa sigla con la personalità di Andrea Baratta, artista carrarese, è stato lo studioso di scultura veneta sei e settecentesca Maichol Clemente, in procinto di ultimare un suo contributo scientifico sul tema.

Lo studio svolto sulle statuette

«La ricerca - dichiara Clemente - ha preso avvio dallo studio di una statua attribuita in passato al veneto Francesco Bertos e che in verità è opera dello stesso Andrea Baratta. Trattandosi di una riduzione con varianti del grande gruppo documentato al carrarese conservato a Sassuolo, raffigurante Nettuno e Anfitrite, il linguaggio espresso mi ha portato successivamente a riconsiderare anche le statue del Palazzo Ducale di Mantova. Queste, infatti, presentano una serie di addentellati formali (dai panneggi alla complessione del corpo fino ad altri più minuti dettagli) che ben rispondono e corrispondono allo stile di Baratta. Un dato che ovviamente trova imprescindibile conferma anche nell'iscrizione “Andre B” leggibile su due opere della medesima serie. Grazie alla disponibilità del direttore L'Occaso, e del lavoro di riallestimento e valorizzazione delle collezioni avviato del Museo, sarà possibile avere delle nuove foto che mi consentiranno dunque di meglio concludere il mio approfondimento».

Previsto un nuovo allestimento

Le sculture si conservano attualmente nella Sala del Labirinto in Corte Vecchia. Per valorizzare tanto i pezzi oggetto della recente scoperta quanto due straordinari busti di Lorenzo Ottoni, anch’essi provenienti da Mirandola, l’allestimento della sala è in corso di aggiornamento e sarà prevista anche la revisione dell’impianto illuminotecnico.

La valorizzazione del patrimonio scultoreo di Palazzo Ducale - alla quale si collega anche il progetto “Adotta una scultura” promosso dalla Società per il Palazzo Ducale - può dunque avvantaggiarsi anche di questa recente scoperta che troverà seguito in un nuovo progetto espositivo permanente.

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