Via la parola “Gesù” dalla canzone per la recita natalizia della scuola elementare: la Lega si infuria e parla di “Allucinante censura del Natale” (in copertina: la scuola elementare di Castel Goffredo – foto Wikipedia – Massimo Telò).
Niente “Gesù” nella recita di Natale, Lega infuriata
Sparisce la parola “Gesù” dalla canzone di Natale in vista della recita degli alunni, e la Lega va su tutte le furie. Il caso – di certo non il primo a livello nazionale – si sta verificando in queste ore a Castel Goffredo, nella scuola elementare del paese dell’Alto Mantovano (foto di copertina).
A sollevare la questione è Giulia Merlo, storica esponente leghista della cittadina dell’Alto Mantovano e assessore nel corso della passata amministrazione comunale.
In buona sostanza nelle classi quinte elementari è stato modificato un verso della canzone dello Zecchino d’Oro “Buon Natale in allegria”: lo stralcio “Su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù” è diventato “Su brindiamo, festeggiamo, fallo insieme a chi vuoi tu”.

“Allucinante censura del Natale”
Sulla questione intervengono anche Alessandra Cappellari, consigliere regionale della Lega, e Silvia Sardone, vicesegretario della Lega.
“Ormai siamo di fronte a un’epidemia, folle, di censura del Natale in tutta Italia. Si moltiplicano episodi allucinanti e preoccupanti di canti di Natale modificati nelle scuole togliendo qualsiasi riferimento a Gesù e in generale alla cristianità. Riteniamo pazzesco che vengano modificati i canti di Natale senza alcuna motivazione logica, inseguendo un politicamente corretto che calpesta le nostre radici e le nostre tradizioni”.

E poi aggiungono le due esponenti leghiste:
“Citare Gesù in un canto per bambini non offende nessuno. Siamo stanchi di chi, in nome di una finta inclusione, arriva a cancellare i riferimenti cristiani persino da innocue canzoni di Natale. Non è stravolgendo le nostre tradizioni che si arriva a una reale integrazione. Noi della Lega riteniamo che questa deriva ideologica sia assolutamente assurda e che invece, con orgoglio, dovremmo difendere le nostre tradizioni”.
“L’inclusione non è togliere ma spiegare”
Dal canto suo, per mezzo di un post su Facebook Merlo propone una riflessione sulla vicenda:
“Comprendo la volontà di non escludere nessuno, ma la cancellazione dei riferimenti che appartengono alla nostra storia e alla nostra identità culturale non genera integrazione: la svuota. E qui sta il cuore della questione: se togliamo i riferimenti cristiani per non offendere qualcuno, rischiamo di ferire chi quei riferimenti li vive come parte della propria identità culturale e spirituale, cioè gli italiani stessi, cristiani e non.
Il post pubblicato su Facebook da Giulia Merlo:
“L’inclusione non consiste nel togliere, ma nello spiegare. Non nasce dal cancellare le radici, ma dal raccontarle. Non cresce annullando ciò che siamo, ma valorizzandolo e aprendolo al dialogo”.