Corneliani rinasce, lo storico brand di moda mantovano torna ad assumere dopo sei anni
Decisivo nel far rinascere l'azienda è stato l'intervento dello stato dopo la tenace mobilitazione dei dipendenti.

Sembrava che fosse tutto perduto ma la caparbietà dei dipendenti e il decisivo intervento dello stato hanno permesso al lussuoso brand di moda maschile di risorgere dalle sue ceneri.
La mobilitazione dei dipendenti
La tempesta si è scatenata il 6 novembre 2019 quando l'azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali un piano di ristrutturazione che prevedeva 130 esuberi. Così è subito partita la mobilitazione di lavoratori e sindacati. È l'inizio del periodo più buio per il brand di moda maschile mantovano.
L'azienda non riusciva a fare più gli stessi numeri, in passato aveva 400 dipendenti e fatturava oltre 100 milioni di euro all'anno. Poi c'è stata la crisi che si è abbattuta con violenza sulla famiglia Corneliani(e sui soci di maggioranza della Investcorp) e la decisione degli esuberi. Ciliegina sulla torta l'arrivo della pandemia e del covid che ha bloccato tutto.
Decisivo nel risollevare le sorti del marchio è stato l'intervento dei dipendenti, per la maggior parte donne, che in piena estate hanno scelto la mobilitazione completa. È nata l'Onda rossa Corneliani dei dipendenti che hanno protestato per 50 lunghi giorni fuori dai cancelli dell'azienda lottando per non perdere il lavoro.

Risanamento completato
Nel frattempo la famiglia è uscita definitivamente dall'azienda, sembrava la fine ma gli operai non hanno mollato ed è intervenuto lo stato con un salvataggio. Al ministero dello sviluppo economico è stato aperto un tavolo e alla Corneliani è arrivato un finanziamento di 10 milioni di euro pubblici.
Grazie allo stato e a Investcorp che ha fornito 8 milioni di euro l'azienda è ripartita con forza e decisione. È nata una collaborazione tra lo stato e i privati per mandare avanti la Corneliani. Per ripartire è stato creato un piano che prevedeva la cassa integrazione fino al 2024 per molti dipendenti.
Ma il 28 ottobre è stato firmato un accordo dai sindacati e dall’amministratore delegato che ha anticipato di gran lunga i tempi completando con due anni di anticipo il risanamento del brand. Così tutte le maestranze della Corneliani hanno tirato un lungo sospiro di sollievo. Niente cassa integrazione, anzi l'azienda assumerà 30 nuovi dipendenti aumentando la produzione del 10%.
Sembra un miracolo
Rispetto alle condizioni in cui versava 3 anni fa sembra quasi un miracolo ma è la realtà. Le cifre confermano il bilancio in attivo e l'azienda con sede alle porte di Mantova in via Panizza sogna di tornare ai fasti di un tempo e perché no di superare i numeri record del fatturato.
«La storia di Corneliani è un nuovo modello industriale – commenta Michele Orezzi, segretario mantovano della Filctem Cgil – il capitale pubblico è stato decisivo. Ma a conti fatti l’operazione è stata un ottimo investimento per tutti: per lo Stato che risparmia sugli ammortizzatori sociali, per i dipendenti che hanno creduto nell’azienda, per chi ha investito e per tutto il territorio mantovano".
