Mantova

Aveva nella gamba due proiettili della seconda guerra mondiale: la 98enne Lina operata a Mantova (e sta bene)

Era stata ferita durante una bombardamento nel 1940: la storia dell'anziana signora di Gabbiana di Castellucchio

Aveva nella gamba due proiettili della seconda guerra mondiale: la 98enne Lina operata a Mantova (e sta bene)
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La storia della signora Lina Martelli di 98 anni: operata a Mantova, le sono stati rimossi due proiettili risalenti alla seconda guerra mondiale.

Rimossi due proiettili: erano nella gamba da oltre 80 anni

Conviveva con due proiettili nella gamba destra dai tempi della Seconda guerra mondiale. Nei giorni scorsi è stata operata d’urgenza in Chirurgia Vascolare al Poma e poi ricoverata in Nefrologia e Dialisi a seguito di un ematoma post traumatico causato dalla rottura di una arteriola muscolare derivante dalla presenza dei reperti.

Durante l’intervento sono stati asportati proiettili e parti metalliche e si è proceduto con l’emostasi e la ricostruzione dei tessuti.

L'ospedale di Mantova, dove la signora Lina Martelli è stata operata
L'ospedale di Mantova, dove la signora Lina Martelli è stata operata

Protagonista dell'intervento, piuttosto delicato data l'età della paziente, e decisamente singolare anche considerata la circostanza dei due proiettili che "portava con sé" da oltre ottant'anni, la 98enne Lina Martelli, originaria di Gabbiana di Castellucchio.

"Ferita con la mia famiglia in un bombardamento aereo"

Una volta dimessa, la signora è tornata al Green Park, dove vive nella residenza per anziani. La signora Lina racconta la propria storia da un letto dell’ospedale di Mantova.

Ci torna regolarmente ogni settimana per l’emodialisi: “Quel giorno - ricorda l'anziana castellucchiese - passò ‘Pippo’, l’aereo dei bombardamenti. Voleva colpire un camioncino e invece centrò in pieno la mia famiglia. Ero con mamma, papà, i nonni e quattro fratelli. Rimasero tutti feriti”.

La frazione di Gabbiana, dove Lina abitava con la famiglia:

Era il 1940. Lina, che riportò le ferite più gravi, aveva 15 anni. In ospedale fecero quel che poterono per lei: “Provarono a togliermi i proiettili - ricostruisce la signora -, ma non ci riuscirono”.

Alla fine della guerra il matrimonio e il trasferimento a Rivalta sul Mincio: “Mio marito, Attilio, non c’è più. Oggi avrebbe più di cent’anni. Non abbiamo avuto figli, ma ho tanti nipoti. Io sto meglio, ora. Per il resto, sarà quel Dio vorrà”.

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