Allarme West Nile a Mantova: virus rilevato in zanzare e animali, scattano le misure preventive
La provincia mantovana tra le aree sorvegliate: nessun caso umano, ma attive le restrizioni sulle donazioni di sangue e il monitoraggio ambientale

Il virus West Nile è stato rilevato in zanzare e animali selvatici nella provincia di Mantova. Al momento non si registrano casi umani, ma le autorità hanno attivato misure di prevenzione, tra cui controlli ambientali e restrizioni temporanee sulle donazioni di sangue.
Allarme West Nile a Mantova
L’estate 2025 riaccende l’allerta sanitaria anche a Mantova, dove il virus West Nile è stato rilevato in gruppi di zanzare e animali selvatici. Sebbene non siano stati segnalati casi umani nel territorio mantovano, le autorità hanno attivato misure di prevenzione e monitoraggio per contenere ogni possibile rischio.
Sorveglianza attiva e misure precauzionali
Dopo le prime segnalazioni di positività nel mantovano tra il 9 e l’11 luglio 2025, sono stati intensificati i controlli su zanzare e uccelli selvatici, considerati serbatoi naturali del virus. L’ATS Val Padana ha esteso il sistema di sorveglianza, in sinergia con il livello regionale, per identificare tempestivamente eventuali nuovi focolai.

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Restrizioni alle donazioni di sangue
Il Centro Nazionale Sangue ha inserito anche Mantova tra le province soggette a limitazioni temporanee per la donazione di sangue. Chi ha soggiornato nella provincia – anche solo per una notte – dovrà sottoporsi al test NAT (Nucleic Acid Testing) o rinviare la donazione di 28 giorni. La misura mira a evitare la trasmissione del virus tramite trasfusioni, un rischio raro ma possibile.
Casi a Milano e Pavia
Nel resto della Lombardia la situazione è monitorata con attenzione. Sono stati confermati i primi casi umani del 2025 a Milano (una donna di 38 anni) e a Pavia (una donna di 66 anni), entrambe punte da zanzare autoctone. Nessun caso, per ora, a Mantova, ma la presenza del virus nell’ambiente impone prudenza.
Cos’è il virus West Nile
Il West Nile Virus, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda e arrivato in Italia nel 1998, si trasmette esclusivamente tramite la puntura della zanzara comune (Culex pipiens). Il contagio diretto tra persone non è possibile, se si esclude il caso delle trasfusioni infette. Il cambiamento climatico, con estati sempre più calde e umide, favorisce la proliferazione del vettore.
Sintomi e rischi
Nell’80% dei casi il virus non provoca sintomi. Quando si manifestano, si tratta generalmente di febbre, mal di testa, nausea, sfoghi cutanei e ingrossamento dei linfonodi, entro 2-14 giorni dalla puntura. Le complicanze neurologiche – encefaliti e meningiti – sono rare (meno dell’1%) ma potenzialmente gravi, soprattutto per anziani e persone immunocompromesse.
Prevenzione
In assenza di un vaccino o di una cura specifica, la prevenzione resta l’arma più efficace. Le autorità sanitarie raccomandano:
- uso di repellenti cutanei,
- abbigliamento coprente nelle ore serali,
- zanzariere alle finestre,
- eliminazione dei ristagni d’acqua in cortili, tombini e sottovasi.