Pesce d'aprile: ma da dove arriva questa usanza?

Ecco gli scherzi più famosi della storia.

Pesce d'aprile: ma da dove arriva questa usanza?
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Pesce d'aprile: domani è il primo di aprile, tradizionalmente legato agli scherzi. Scopriamo l'origine di questa usanza e non facciamoci trovare impreparati.

Pesce d'aprile

Pesce d’aprile: domani è il giorno degli scherzi… state attenti, non cascateci! Qualsiasi cosa vi venga detta domani… verificatela! C’è la concreta possibilità che possiate essere vittima di uno scherzo perchè domani, 1 aprile, è in assoluto il giorno preferito dai giocherelloni.

Ma perchè “Pesce d’aprile?”

Semplice: come i pesci abboccano facilmente all’amo, così le vittime delle burle “abboccano” perfettamente alla presa in giro. Ma a volte è davvero difficile non cascarci…

L’origine della giornata dei burloni

Andando indietro nel tempo, le origini del Pesce d’Aprile potrebbero risalire all’antico Egitto. Antonio avrebbe richiesto ad un servo di attaccare al suo amo il pesce più grande che avesse trovato, per fare bella figura con l’amata Cleopatra e per vincere una gara di pesca. Cleopatra, dopo aver fiutato l’inganno, lo avrebbe sostituito con un pesciolino finto. In ogni caso nella maggior parte delle culture antiche, nello stesso periodo del nostro “pesce d’aprile”, si tenevano riti o feste di “rinascita” per festeggiare la fine della stagione invernale e l’inizio della stagione primaverile, feste a cui il “giorno degli scherzi” sembra collegato. L’Encyclopædia Britannica individua alcune possibili origini di questa tradizione in quella romana e in quella indiana. Nell’antica Roma la fine di marzo era il periodo delle feste di Hilaria – in onore della dea Cibele, la “grande madre”, dea della terra – che avevano il loro culmine il 25 marzo, giorno dedicato ai festeggiamenti per la resurrezione del dio Attis, mentre la tradizione indiana alla fine del mese di marzo celebrava la festa di Holi, conosciuta anche come festa dei colori. Entrambe le feste sancivano il passaggio dall’inverno alla primavera, festeggiandolo come una rinascita. Il rito contemporaneo dello scherzo del primo aprile potrebbe avere origine, secondo l’Encyclopædia Britannica, in Francia nella seconda metà del Cinquecento, quando l’editto di Roussillion (1564) prima e poi l’applicazione del calendario gregoriano (1582), spostarono le celebrazioni per l’inizio dell’anno dal 25 marzo del calendario giuliano al 1 gennaio. Dopo l’introduzione del nuovo calendario, chi continuò a festeggiare la fine dell’anno durante l’ultima settimana di marzo veniva considerato uno stupido e fatto oggetto di scherzi.

Gli scherzi più famosi

Ecco una selezione dei tiri mancini più famosi della storia

Famosissimo lo scherzo promosso da Orson Welles. Di fatto il 1 aprile 1938 il celebre regista americano progettò uno speciale programma radiofonico nel corso del quale la radio trasmise “La Guerra dei Mondi”, una vera e propria radiocronaca dello sbarco dei marziani. La popolazione ci cascò, si generò il panico e i centralini della polizia furono presi d’assalto: c’è chi affermò di aver visto davvero i marziani, quello che si dice il potere della suggestione.

Il 1° aprile del 1972 venne annunciata la morte del mostro di Loch Ness. I giornali di tutto il mondo diffusero la notizia con il ritrovamento della carcassa del mostro di Loch Ness, che in realtà era il corpo di un elefante marino che era stato gettato per scherzo nel lago. Nessuno si accorse della beffa, la carcassa fu anche esposta per qualche giorno in uno zoo fin quando gli autori dello scherzo non smentirono tutto.

Nella lista degli scherzi più clamorosi della storia la BBC detiene di certo il primato. Un’altra bufala da loro confezionata è che quella relativa a un documentario su una nuova razza di pinguini volanti: poi si rivelò che l’autore del documentario era un membro del gruppo umoristico Monty Python.

Un altro pesce d’aprile crudele è l’annuncio di un album postumo di Battisti. Era l’1 aprile del 1998 quando il giornalista Franco Zanetti su Rockol diede la notizia che da lì a poco sarebbe uscito un disco postumo di Lucio Battisti intitolato L’Asola. Ovviamente molti giornali riportarono la notizia, illudendo tutti gli italiani: in realtà “l’asola” stava per “la sola” e le iniziali dei titoli delle canzoni creavano la scritta “pesce d’aprile”, davvero un grande peccato!!

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