LA PROTESTA

Il “sangue” dei macelli nelle acque del Mincio: “No Food No Science” protesta contro lo sponsor di Interno Verde Acqua

Le attiviste denunciano l’incoerenza tra il messaggio di sostenibilità del festival e le attività inquinanti e crudeli dell’azienda nel settore degli allevamenti intensivi

Il “sangue” dei macelli nelle acque del Mincio: “No Food No Science” protesta contro lo sponsor di Interno Verde Acqua

Le attiviste di No Food No Science hanno protestato al festival Interno Verde Acqua contro lo sponsor Levoni, denunciando l’incoerenza tra il messaggio di sostenibilità del festival e le attività inquinanti e crudeli dell’azienda nel settore degli allevamenti intensivi. Una protesta simbolica per evidenziare l’impatto ambientale e etico della filiera della carne nella provincia di Mantova.

 

La protesta al festival Interno Verde Acqua

Anche quest’anno Interno Verde Acqua, festival dedicato alla valorizzazione del patrimonio naturalistico mantovano, è stato teatro di contestazioni. Il gruppo No Food No Science ha denunciato la contraddizione tra gli obiettivi di sostenibilità del festival e la presenza come sponsor dell’azienda Levoni, attiva nel settore degli allevamenti e dei macelli, notoriamente inquinante e controverso dal punto di vista etico.

Per richiamare l’attenzione sull’incoerenza, le attiviste hanno versato succo di barbabietola nel Lago Superiore, davanti al locale La Zanzara, dove si svolgeva uno degli eventi del festival. Il liquido rosso rappresentava simbolicamente il sangue degli animali macellati dall’azienda ogni anno.

Sostenibilità a parole o nei fatti?

Interno Verde nasce con l’obiettivo di “promuovere e diffondere consapevolezza e buone pratiche per la sostenibilità ambientale”, invitando cittadini e visitatori a scoprire giardini e spazi verdi come luoghi fondamentali per la qualità della vita.

Tuttavia, secondo No Food No Science il sostegno economico di Levoni solleva dubbi sulla coerenza del messaggio: la multinazionale macella milioni di animali ogni anno, consumando enormi quantità d’acqua e contribuendo in modo significativo all’inquinamento locale.

Uno studio del 2010 stima che per produrre un chilogrammo di carne suina servono circa 6.000 litri d’acqua. Nella provincia di Mantova si contano oltre 990mila suini allevati in più di 400 strutture, tra cui lo stabilimento Mec Carni di Marcaria, che macella 15mila maiali alla settimana per Levoni. Oltre al consumo idrico, la filiera della carne ha impatti negativi su qualità delle acque, del suolo, emissioni di ammoniaca, nitrati e polveri sottili.

Le proteste hanno trovato consenso tra i partecipanti al festival, che hanno condiviso le critiche di No Food No Science:

“Levoni si presenta come un benefattore per la città, ma le sue attività mostrano solo un tentativo di manipolare l’opinione pubblica nascondendo interessi economici”, affermano le attiviste.

La motivazione delle proteste resta invariata rispetto all’edizione 2024, quando un’attivista era stata trattenuta in questura per ore per aver esposto uno striscione contro Levoni. L’obiettivo è rendere visibile il paradosso di promuovere la sostenibilità accettando finanziamenti da chi opera in un settore tutt’altro che sostenibile.

Lotta per la coerenza ambientale

Da anni No Food No Science si batte contro la presenza dell’industria animale nella vita culturale mantovana. Le attiviste chiedono a organizzatori, istituzioni e cittadini di riflettere criticamente sulla reale coerenza del messaggio di sostenibilità di Interno Verde Acqua.

“Per noi, la sostenibilità passa dal rispetto della vita animale e dalla cura dell’ambiente, e non può avere tra i propri promotori chi sfrutta e uccide”, dichiarano.

La protesta diventa quindi non solo simbolica, ma un invito a ripensare il rapporto tra eventi culturali e responsabilità etica e ambientale.