CRONACA

Con il metal detector in una zona archeologica, quattro ladri di reperti storici sorpresi a scavare

Durante la perquisizione dei bresciani, sono state rinvenute monete antiche e oggetti metallici di origine romana

Con il metal detector in una zona archeologica, quattro ladri di reperti storici sorpresi a scavare

La normativa italiana è particolarmente severa nei confronti di chi compromette l’integrità del patrimonio archeologico e i malviventi sono stati denunciati.

Ladri con il metal detector a Castel Goffredo

Un tentativo di furto decisamente insolito e bizzarro si è verificato a Castel Goffredo. Quattro uomini, tutti originari della provincia di Brescia, sono stati beccati dai Carabinieri della stazione locale mentre perlustravano un’area nota per la presenza di molti reperti archeologici con i metal detector.

Il loro scopo? Cercare manufatti antichi da rubare e poi rivendere. L’operazione, condotta in sinergia con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi, è scattata a seguito della segnalazione di alcuni movimenti sospetti in quella zona.

Rubati reperti di epoca romana

I militari hanno colto i quattro ladri in flagranza di reato mentre scavavano. Subito dopo li hanno perquisiti, rinvenendo del materiale che è stato immediatamente sequestrato. Da una prima analisi, risulta appartenere con ogni probabilità all’epoca romana.

Si tratta di trenta reperti di potenziale interesse storico tra cui monete e oggetti metallici. Gli esperti della Soprintendenza procederanno ora con la catalogazione e lo studio dei manufatti che potrebbero rivelarsi di grande valore per la ricostruzione storica del territorio mantovano.

Quattro bresciani denunciati

Fortunatamente, la normativa italiana è particolarmente severa nei confronti di chi compromette l’integrità del patrimonio archeologico. I malviventi sono stati infatti denunciati in stato di libertà per aver dissotterrato i reperti e sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Mantova.

L’ipotesi accusatoria è quella di furto di beni culturali appartenenti allo Stato e ricerche archeologiche non autorizzate. Oltre all’esatta provenienza dei reperti, le autorità competenti stanno indagando sull’eventuale esistenza di un traffico illecito legato al commercio di beni archeologici.