
Un 17enne del Mantovano è tra i giovani perquisiti nella maxi operazione antiterrorismo per propaganda estremista online. L’indagine evidenzia un crescente e rapido fenomeno di radicalizzazione giovanile, con il web come principale veicolo di indottrinamento e reclutamento.
Terrorismo e radicalizzazione minorile
C’è anche un 17enne residente nella provincia di Mantova tra i minori coinvolti nella maxi operazione antiterrorismo condotta dalla Polizia di Stato nelle prime ore del mattino in diverse regioni italiane. L’inchiesta ha portato all’esecuzione di 22 perquisizioni domiciliari nei confronti di giovani sospettati di gravitare in ambienti estremisti di matrice suprematista, jihadista, accelerazionista e antagonista.
Propaganda e istigazione a delinquere
Il ragazzo mantovano, insieme a un coetaneo residente nel Cremonese e un 15enne bergamasco, è indagato per propaganda e istigazione a delinquere: i tre avrebbero diffuso online contenuti di matrice nazista e antisemita. I loro nomi erano emersi nel corso di un’indagine avviata in Piemonte contro un 14enne perquisito lo scorso febbraio.
Le attività investigative, supportate da elementi d’intelligence e strumenti di prevenzione, hanno evidenziato un crescente coinvolgimento di minorenni in contesti eversivi e radicalizzati, con una significativa accelerazione dei processi di indottrinamento e attivazione.
I sequestri
Nel corso delle perquisizioni, la Polizia ha sequestrato dispositivi elettronici, materiali di propaganda nazista e suprematista, manuali per l’addestramento soft air, divise militari e armi finte. Le analisi preliminari dei contenuti digitali hanno già rivelato chat estreme e immagini di armi e combattenti.
Secondo gli inquirenti, il web continua a svolgere un ruolo centrale nei percorsi di radicalizzazione giovanile. La rete favorisce la creazione di comunità virtuali dove i minori – spesso fragili, isolati o affetti da disagi psicologici e sociali – trovano un’identità alternativa, alimentata da simboli violenti e ideologie estremiste.

Il tempo medio di radicalizzazione
La Polizia sottolinea che oggi il tempo medio di radicalizzazione si è ridotto a poche settimane, rendendo necessari interventi tempestivi e mirati. In Europa, si osserva una crescita preoccupante di casi che coinvolgono adolescenti, anche sotto i 14 anni, spesso attratti dal cosiddetto fenomeno del “White Jihad”, un’ibridazione tra jihadismo e suprematismo bianco.
Dal 2023 a oggi, in Italia sono 12 i minori sottoposti a misure cautelari per reati legati all’estremismo violento, e oltre 100 quelli oggetto di approfondimenti investigativi. La Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha sollecitato l’Unione Europea a includere la radicalizzazione online dei giovani tra le priorità della futura Agenda antiterrorismo.