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Clima pazzo e prezzi sottocosto: perso un quinto di superfici a mais in 5 anni

Coldiretti: "Centrale per l'economia di tutta la regione. Ecco alcune soluzioni che possono risolvere o ridurre il problema"

Clima pazzo e prezzi sottocosto: perso un quinto di superfici a mais in 5 anni
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Calo del 18% per i terreni coltivati a mais in Lombardia. Tante le cause: dal clima agli insetti, fino alla concorrenza con il prodotto estero.

I terreni coltivati a cereali calati del 18%

In Lombardia la superficie agricola destinata alla coltivazione di mais da granella si è ridotta di quasi un quinto (-18%) negli ultimi cinque anni. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia sulla base dei dati Istat in occasione dell’audizione in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, convocata per analizzare la crisi del settore cerealicolo in Lombardia e alla quale ha preso parte il presidente di Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli.

Se nel 2019 gli ettari dedicati a questa coltura erano oltre 140mila – precisa la Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat – nel 2024 il dato è sceso sotto i 116mila ettari, un trend che ha portato a una contrazione del prodotto raccolto pari al 22%.

Clima, insetti, prezzi: le cause delle sofferenze del comparto

La diminuzione delle superfici destinate a mais da granella è esemplificativa delle sofferenze del comparto cerealicolo nel suo complesso – continua Coldiretti Lombardia – legate alle difficoltà di redditività. Una situazione dovuta a una serie di fattori: dagli effetti dei cambiamenti climatici all’impatto di parassiti e insetti dannosi, dai prezzi di vendita che spesso non coprono i costi di produzione fino alla concorrenza della materia prima estera a basso costo e con diversi standard produttivi.

Il presidente di Coldiretti Lombardia Gianfranco Comincioli
Il presidente di Coldiretti Lombardia Gianfranco Comincioli

Commenta Gianfranco Comincioli, presidente Coldiretti Lombardia:

“Il comparto cerealicolo è centrale per l’agricoltura lombarda perché sostiene anche la produzione zootecnica e ciò vale in particolare per il mais. Occorre agire in un’ottica di percorsi e accordi di filiera per garantire produttività, trasparenza e una distribuzione del valore lungo tutta la catena. Un’altra priorità è sostenere l’innovazione tecnologica in campo, oltre che accelerare sulle TEA per selezionare nuove varietà vegetali che permetteranno agli agricoltori di essere sempre più sostenibili e resilienti, nel rispetto della nostra biodiversità e della nostra distintività. Infine è importante garantire il rispetto del principio di reciprocità rispetto ai prodotti importati dai Paesi extra Ue, per tutelare le nostre imprese dalla concorrenza sleale”.

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