"Più controlli a Palazzo Te", pugno di ferro dopo l'assalto all'opera di Picasso
E la minoranza consiliare rincara la dose: "All'ingresso non era stato allestito nessun presidio. Il Comune ha responsabilità"
Palazzo Te promette maggiori in controlli all'ingresso della struttura dopo l'assalto a Picasso. Attacco della minoranza al Comune.
"Maggiori controlli all'ingresso di Palazzo Te"
Il direttore di Palazzo Te Stefano Baia Curioni promette maggiori controlli all'ingresso, dopo che nella giornata di domenica 5 gennaio 2025, un gruppo di attivisti ha preso d'assalto la celebre opera Femme couchée lisant di Picasso, imbrattandola con del letame.
A dirlo, appunto, è il direttore della celebre struttura artistica e culturale di Mantova. Il quale tra l'altro su Facebook, in poche righe, ha avuto modo di spiegare l'accaduto rispondendo con un commento a chi si chiedeva come fosse stato possibile entrare a Palazzo Te portando dei sacchetti contenti letame.
"Il letame - le parole di Baia Curioni - era nascosto in alcuni zainetti piccoli e chiusi. Molta gente in coda: non sono stati rilevati. I custodi hanno fatto bene a non intervenire con violenze fisiche aspettando l’intervento delle forze dell’ordine. Le opere, ben protette, non hanno avuto danni".
L'attacco della minoranza consiliare di Mantova
Dal canto suo, proprio sul tema controlli a Palazzo Te, la minoranza consiliare ha avuto modo di attaccare l'amministrazione comunale, ritenendola in parte responsabile dell'accaduto.
Affermano all'unisono Lega e il gruppo consiliare Mantova Ideale:
"L’episodio, frutto di gesta ignobili di fanatici ambientalisti animalisti, mette tristemente in evidenza un vulnus importante nella gestione di Palazzo Te da parte della Fondazione (e di conseguenza del Comune), che non ha minimamente organizzato un presidio di controllo né all’ingresso né durante il percorso della mostra, lasciando di fatto opere così preziose alla mercé di chiunque. In questo caso si è trattato di qualche idiota con letame, ma bisogna pensare che delinquenti più strutturati avrebbero potuto causare danni ancora più pesanti".
Prosegue poi la minoranza:
"Ci chiediamo poi che cosa contemplasse il contratto di affidamento delle opere in questione in termini di tutela delle stesse e che conseguenze ci saranno a titolo di risarcimento a carico della Fondazione vista l'assoluta mancanza di controllo esercitata sulle stesse. Cittadini interpellati a riguardo hanno confermato infatti che non vi era alcun controllo, nonostante i numerosi visitatori presenti alla mostra. Inoltre pare legittima la preoccupazione riferita alla difficoltà di ottenere ancora in futuro l’affidamento di altre mostre di livello internazionale laddove non si dimostrasse che la Fondazione ha posto in essere tutti i controlli del caso".
Beduschi: "Fanatici, braccia rubate all'agricoltura"
Subito dopo l'episodio era intervenuto anche l'assessore regionale all'agricoltura, il mantovano Alessandro Beduschi, ex sindaco di Borgo Virgilio.
"L’episodio non è solo un gesto deplorevole, ma anche l’esempio di un fanatismo che sta diventando una moda. Anzi, ne sommano due: attaccano l’arte e accusano l’agricoltura di ogni male. Azioni come questa non servono a nulla, se non ad attirarsi il disprezzo e le antipatie di tutti, allontanando ogni possibilità di dialogo e confronto costruttivo.
"Il comparto agroalimentare – prosegue l’assessore – non è solo un pilastro dell’economia lombarda e mantovana, ma rappresenta anche cultura, tradizione e la storia stessa della nostra società. Attaccarlo in questo modo, con gesti provocatori e dannosi, significa non riconoscere il lavoro e l’impegno di migliaia di persone che operano nel rispetto delle normative più avanzate e contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare e ogni giorno rendono queste attività più sostenibili. Verrebbe da dire - conclude Beduschi - che si tratta di braccia rubate all’agricoltura, ma dubito che questi signori resisterebbero più di un giorno a lavorare per un settore che è sacrificio, dedizione e amore per la terra”.