La droga dalla Colombia fino ad Asola e Acquanegra sul Chiese: scattano 15 arresti
Grazie ai contatti privilegiati con uno dei maggiori cartelli sudamericani fin nel Mantovano ingenti quantità di stupefacenti
Maxi operazione della guardia di finanza di Vicenza: arrestati 15 "grossisti degli stupefacenti" tra Asola, Acquanegra sul Chiese, Ghedi e il Vicentino.
In arresto 15 "grossisti degli stupefacenti"
Loro stessi, come rilevato durante le intercettazioni della guardia di finanza di Vicenza, si erano definiti "grossisti delle sostanze stupefacenti". Erano ben consapevoli, infatti, della quantità di cocaina e marijuana che riuscivano a muovere letteralmente da un capo all'altro del mondo: le sostanze infatti arrivavano direttamente dalla Colombia fino all'Italia passando per la Spagna.
Qui, in Italia, la finanza vicentina ha trovato diverse "basi": a Vicenza e provincia, a Ghedi, in provincia di Brescia, ad Asola e ad Acquanegra sul Chiese, in provincia di Mantova.
E all'alba di ieri, martedì 19 novembre 2024, nel corso dell'operazione "Piazze pulite", oltre 100 militari della guardia di finanza hanno arrestato 15 soggetti tra Vicentino, Asola, Acquanegra sul Chiese e Ghedi.
I soggetti arrestati: Altin Xibraku, 44 anni, Ogert Xibraku, 40, Leonard Hasa, 36, Real Selmi, 35, Denis Bisku, 33, Elvis Bisku, 24, Marjus Bisku, 28. Gli arrestati italiani: Michele Scirica, 43 anni, Ismaele Roman, 34, Federico Righi, 47, Denis Udria, 50
Trovati oltre 1,5 kg di coca e 15mila euro
L'operazione di ieri mattina ha portato appunto all'arresto di 15 persone e al sequestro di parecchio materiale. Sono stati rinvenuti e sequestrati quasi 1,5 kg di cocaina, circa 15mila euro in contanti, un’utilitaria modificata con doppio fondo per il trasporto della droga, 15 smartphone e vario materiale per il confezionamento dello stupefacente.
Le perquisizioni e gli arresti sono stati messi a segno tra Vicenza, Isola Vicentina, Camisano Vicentino, Colceresa (Vi), Arcugnano (Vi), Caldogno (Vi), Ghedi (Bs), Asola (Mn) e Acquanegra sul Chiese (Mn).
Mille e 200 dosi di cocaina in casa
Le indagini della finanza sono partite a settembre 2023. In quell'occasione infatti un soggetto di nazionalità albanese venne arrestato dopo che la gdf in casa sua trovò qualcosa come mille e 200 e dosi di cocaina pronte per lo spaccio. Un quantitativo così ingente era indice non di un "pusher di strada", ma evidentemente di un giro di stupefacenti decisamente imponente.
Così nel corso delle successive indagini, coordinate dalla Procura di Vicenza, la gdf ha scoperto tre distinti clan familiari: due di origine albanese, operanti nelle province di Vicenza e Mantova, e uno colombiano, attivo tra Brescia, Mantova e anche all’estero, in Spagna e Colombia. I tre gruppi, secondo le indagini, lavoravano in sinergia e sintonia facendo arrivare in Italia grandi quantità di stupefacenti, anche grazie ai contatti privilegiati che uno degli arrestati avrebbe avuto con uno dei maggiori cartelli della droga colombiani.
Maxi laboratorio per la marijuana
Sempre nel corso delle indagini svolte da un anno a questa parte, prima della maxi operazione "Piazze pulite", le fiamme gialle vicentine hanno anche arrestato un cittadino albanese irregolare, trovato con 500 dosi di cocaina pronte per la vendita nel centro storico di Vicenza.
Inoltre è stato scoperto un laboratorio dove venivano condotte coltivazione, essicazione e confezionamento di marijuana, con oltre 90 chilogrammi di stupefacente, allestito in una cascina a Monte di Malo intestata fittiziamente a un cittadino albanese.
Guadagni di 3,3 milioni di euro in un anno
La banda utilizzava plurimi escamotage per evitare di essere scoperta: scambi di autovetture tra i sodali, poi utilizzate per il trasporto della droga con la metodologia della “staffetta” per non attirare sospetti ed eludere i controlli delle forze dell’ordine; sistemi di messaggistica istantanea crittografata; schede telefoniche e case intestate a insospettabili persone prive di precedenti di polizia; documenti falsi per i viaggi all’estero.
Degno di nota il “volume d’affari” dell’organizzazione, che in circa un anno di indagini ha investito circa mezzo milione di euro in contanti per sostenere il traffico, ricavando profitti illeciti stimati in oltre 3,3 milioni di euro, in parte reinvestiti nel traffico di droga e in parte nell’acquisto di immobili in Italia e all’estero e nell’acquisizione di partecipazione in rinomati locali notturni della movida spagnola.
Ultimamente dai familiari di uno dei soggetti arrestati era arrivata anche la richiesta di acquisto di una nuova auto: una Porsche Taycan il cui costo base, almeno da listino, supera i 100mila euro.
Quattro soggetti ancora ricercati
Durante la maxi operazione di ieri mattina, a conclusione delle indagini, tra Asola, Acquanegra sul Chiese, Ghedi e il Vicentino sono stati arrestati 11 dei 15 soggetti per i quali è stato emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli altri quattro - non ancora arrestati - si troverebbero al momento all'estero: per questo motivo, attraverso i canali di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia per il tramite del II Reparto del Comando Generale del Corpo, le ricerche verranno estese anche in Albania, Romania e Spagna.