Femminicidio Yana Malaiko, niente rito abbreviato per l'ex Dumitru Stratan: a processo l'11 aprile 2024
L'accusa è di omicidio volontario con premeditazione e occultamento di cadavere. L'avvocato dei genitori di Yana: "Chiederemo l'ergastolo come pena commisurata ai fatti".
Nel corso del pomeriggio di oggi, martedì 21 novembre 2023, nel Tribunale di Mantova, la Gup Chiara Comunale ha rinviato a giudizio Dumitru Stratan che verrà quindi processato per i reati di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere dell'ex fidanzata Yana Malaiko, 23enne di origini ucraine. Il 34enne moldavo sarà giudicato con la formula del rito ordinario: la prima udienza sarà il prossimo 11 aprile 2024.
Morte Yana Malaiko, l'ex Dumitru Stratan a processo l'11 aprile 2024
L'udienza preliminare sulla morte di Yana Malaiko si è svolta oggi, martedì 21 novembre 2023, nel Tribunale di Mantova. Iniziata intorno alle 13, l'udienza si è protratta fino alle 16,30 circa con la Gup Chiara Comunale che alla fine ha deciso di rinviare a giudizio Dumitru Stratan, 34enne di origini moldave, che dovrà rispondere dei reati di omicidio volontario con premeditazione (aggravante per cui rischia l'ergastolo) e di occultamento di cadavere.
Dumitru, quindi, verrà processato con la formula del rito ordinario e comparirà in aula il prossimo 11 aprile 2024.
"L'ergastolo come deterrente per evitare altri episodi di questo tipo"
Dumitru oggi non era presente in aula. A difenderlo ci sono stati gli avvocati Domenico Grande Aracri e Gregorio Viscomi. Dalla parte dell'accusa, invece, c'era l'avvocato Angelo Lino Murtas, legale di Oleksandr e Tetiana, genitori di Yana Malaiko. Quest'ultimi, inoltre, insieme ai nonni della 23enne sono stati ammessi come parte civile, cosa che invece non è accaduta per l'associazione Y.A.N.A. (stesso nome della ragazza ucraina, ma anche acronimo di "You are not alone", oggi in aula attraverso la figura del presidente Francesco Porrello) perché nata successivamente alla morte della giovane.
Durante l'udienza, l'avvocato Murtas si è espresso con queste parole:
"Vorrei lanciare un appello affinché tragici episodi come quello accaduto a Yana o recentemente a Giulia Cecchettin non si verifichino più. Perché ciò accada è necessaria una maggiore educazione affettiva sia nelle scuole, sia nei contesti domestici e familiari.
In questo processo chiederemo l'ergastolo perché non solo crediamo che sia una pena commisurata alla gravità dei fatti accaduti, ma anche perché solo pene severe di questo tipo potranno servire da deterrente per evitare che altri episodi di questo tipo si verifichino in futuro".
Anche Oleksandr Malaiko, il papà di Yana, ha lanciato il suo appello:
"Mi fido della giustizia italiana. Spero che nei confronti di Dumitru verrà dato il massimo della pena per dare giustizia a mia figlia e perché tali provvedimenti rappresentino un vero e proprio deterrente per far sì che non avvengano più in futuro gravi femminicidi di questo genere".
In carcere da poco meno di un anno
Stratan è in carcere da poco meno di anno: dalla fine del mese di gennaio 2023, quando i carabinieri di Mantova lo arrestarono con l'accusa di aver ucciso quella che era la sua ex fidanzata, la 23enne di origine ucraina Yana Malaiko. L'arresto era avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 gennaio scorsi.
In quel momento infatti di Yana Malaiko si erano perse le tracce: la giovane era stata trovata solamente una decina di giorni dopo, a seguito di imponenti ricerche, sotto una catasta di foglie e legna sul confine tra Castiglione delle Stiviere e Lonato del Garda, in provincia di Brescia.
Dalle telecamere di videosorveglianza interne al grattacielo di piazzale Resistenza, i militari avevano appurato come quella notte gli occhi elettronici avessero registrato le immagini di un uomo che, prima in ascensore e poi lungo alcuni scalini, trascinava via un voluminoso involucro.
Secondo gli inquirenti, in quelle immagini non vi erano altro che Stratan mentre trascinava via il corpo senza vita della sua ex fidanzata Yana.
La confessione: "Morta a causa mia"
Settimane dopo Stratan ha chiesto di incontrare la procura. In quell'occasione ha confessato la morte di Yana, spiegando che a seguito di un litigio l'aveva colpita al petto per poi lasciare la camera dove entrambi si trovavano. Una volta rientrata, l'aveva trovata senza vita.
Una versione, questa, alla quale la procura di Mantova non ha mai creduto.