In sei mesi hanno svaligiato 36 abitazioni mettendo mano su un bottino da 200mila euro
I Carabinieri ora stanno eseguendo una serie di sequestri di denaro, beni mobili e rapporti bancari a carico degli indagati per recuperare la somma di cui si erano appropriati
Un'associazione a delinquere dedita a rapine e furti in abitazione, falso materiale e installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni che nel giro di sei mesi ha colpito sia nella provincia di Mantova, sia nel Piacentino e in alcune aree del Veneto, mettendo mano su un bottino totale di 200mila euro. I quattro membri di questa banda di ladri sono stati arrestati dai Carabinieri lo scorso giugno, ma solo ora, dopo indagini approfondite, è stato possibile quantificare il provento delle loro azioni criminali.
I militari dell'Arma, quindi, stanno agendo con una serie di sequestri di denaro, beni mobili (automobili e gioielli) e rapporti bancari per recuperare la maxi somma di cui si erano appropriati illecitamente.
Goito, Piacenza e Veneto: in sei mesi hanno svaligiato 36 abitazioni
Prima di entrare nello specifico delle misure odierne messe in atto dai Carabinieri, ricostruiamo quanto accaduto, partendo dal giorno dell'arresto dei quattro ladri che fanno parte di quest'associazione a delinquere.
Il provvedimento è stato eseguito nella serata dello scorso giovedì 22 giugno 2023 nei Comuni di Goito e Cadeo (provincia di Piacenza) dai Carabinieri del Comando Provinciale di Mantova, insieme ai colleghi della Compagnia di Fiorenzuola d’Arda. I quattro soggetti, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio, sono stati ritenuti responsabili di associazione per delinquere, rapina, furti in abitazione, falso materiale e installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni e per questo motivo sono stati tutti condotti in carcere.
Le misure restrittive sono arrivate a seguito di innumerevoli denunce di furto in abitazione arrivate ai militari dell'Arma dallo scorso gennaio 2023. L’impostazione accusatoria accolta dal giudice per le indagini preliminari, ha consentito di disarticolare il sodalizio criminale, dotato di struttura organizzativa stabile, dedito a una serie indefinita di furti e rapine in abitazione, in orario diurno, e operativo in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nei loro confronti sono contestati 36 episodi - consumati e tentati, che avrebbero permesso loro di mettere le mani su un maxi bottino, quantificato inizialmente a circa 300mila euro.
Come agiva la banda
Sono stati così ricostruiti i ruoli dei sodali dell'associazione a delinquere e ilo modus operandi delle singole azioni con riferimento, in particolare, all’individuazione delle abitazioni da saccheggiare e gli spostamenti che avvenivano mediante l’utilizzo di una autovettura “pulita” di grossa cilindrata, alla quale venivano apposte in continuazione, targhe artefatte al fine di eludere i controlli dei carabinieri.
Un ulteriore escamotage era quello di utilizzare la tecnica del “wrapping”, al fine di cambiare il colore dell’autovettura sempre con il medesimo fine di garantirsi l’impunità. In una circostanza, gli indagati scoperti dalle vittime, si sarebbero anche finti Carabinieri, traendo, così, in inganno le vittime carpendo la loro fiducia, al fine di guadagnarsi facile fuga.
Inoltre è stato appurato che gli indagati erano in possesso di apparecchiature per l’intercettazione delle comunicazioni delle forze dell’ordine. In più occasioni, i quattro soggetti, pur se incalzati dalle pattuglie delle Forze dell'Ordine, incuranti della propria ed altrui incolumità, ingaggiavano vere e proprie fughe spericolate, al fine di far perdere le proprie tracce.
Hanno messo mano su un bottino da 200mila euro
A distanza di cinque mesi dagli arresti, i Carabinieri della Compagnia di Castiglione delle Stiviere, coadiuvati da personale del Nucleo Investigativo di Mantova, della Compagnia di Fiorenzuola d’Arda e di Sesto San Giovanni hanno dato esecuzione a un “Decreto di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca”, con contestuali cinque perquisizioni domiciliari e personali, firmato dal GIP presso il Tribunale di Mantova su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti dei quattro membri dell'associazione a delinquere.
Le misure di perquisizione e sequestro preventivo sono state eseguite a Goito, a Castell’Arquato e Cadeo, in provincia di Piacenza e a Sesto San Giovanni, nel Milanese. L’indagine ha consentito di quantificare il complessivo provento dei contestati reati in 200mila euro, cifra pari all’entità del Provvedimento emesso a carico degli stessi indagati.
In tal senso, la misura è stata eseguita con l’effettivo avvenuto sequestro di denaro contante, beni mobili (tra cui autovetture e gioielli) e rapporti bancari.