Ieri sera

La marcia per la pace a Mantova, tra le 400 e le 500 persone in piazza

L'evento non ha avuto barriere di fede o politica e in silenzio hanno marciato cristiani, musulmani ed ebrei

La marcia per la pace a Mantova, tra le 400 e le 500 persone in piazza
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A Mantova si è scelta una strada diverse, senza coinvolgimenti politici. Una delle ragioni è quella di non dimenticare gli altri conflitti che sono in corso in questo momento.

500 persone in piazza per la pace

Nella serata di ieri, domenica 15 ottobre, un'onda di silenziosa solidarietà ha attraversato le strade del centro storico di Mantova grazie alla manifestazione organizzata dalla diocesi. L'iniziativa ha riscosso un grande successo e in piazza, secondo la Questura, sono scese tra le 400 e le 500 persone.

Alcune foto della marcia pubblicate sui social da ACLI:

Mezzo migliaio di cuori uniti da una stessa causa, la promozione della pace. Alla base della marcia "In Silenzio per la Pace" c'è infatti un messaggio di speranza e vicinanza in un mondo spesso dilaniato dai conflitti. Nessun riferimento alla guerra in corso tra Israele e Hamas perché il pensiero va a tutte le vittime di tutte le guerre.

Presenti il sindaco e il vescovo

La marcia ha preso il via intorno alle 18.45 da piazza Martiri di Belfiore procedendo lungo le vie del centro cittadino fino a giungere a piazza Sordello e, infine, davanti al Duomo di Mantova. Qui, alle 19.30 è stata condotta una preghiera ecumenica, un momento di riflessione e di speranza per un futuro in cui la pace possa prevalere.

Il percorso seguito dai presenti:

Tra la folla, che includeva persone comuni e rappresentanti delle istituzioni locali si sono uniti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi e il vescovo Marco Busca. In testa al corteo, uno striscione che portava il messaggio distintivo di questa manifestazione: "In Silenzio per la Pace." È stato l'unico simbolo presente in linea con la richiesta di non portare bandiere o simboli politici.

I manifestanti in piazza Sordello

"Una marcia apartitica"

L'evento non ha avuto barriere di fede o politica poiché in silenzio hanno marciato cristiani, musulmani ed ebrei oltre ai laici e all'Agorà delle religioni. Questa è stata un'occasione in cui la diversità religiosa e la comunione di intenti hanno dimostrato quanto sia urgente l'unità nella ricerca della pace.

La marcia, promossa dalla Diocesi di Mantova, ha suscitato l'interesse di tutti coloro che desiderano vedere un mondo migliore ed è stata guidata dall'obiettivo di sensibilizzare il pubblico non solo sui conflitti in atto in Israele e nella Striscia di Gaza ma anche su una realtà spesso trascurata. Si tratta dei 57 conflitti in corso in tutto il mondo.

"Una marcia apartitica e aconfessionale - precisano gli organizzatori - senza interventi né esposizione di bandiere o manifesti di singole organizzazioni. Il tutto per esprimere il nostro più umano desiderio di vita e di pace, per tutti i conflitti presenti nel mondo."

Le manifestazioni pro Palestina

A Mantova si è scelta una strada diversa, senza coinvolgimenti politici. Una delle ragioni è quella di non dimenticare gli altri conflitti che sono in corso in questo momento. Ma in molte altre città italiane, si sono tenute manifestazioni a favore della Palestina.

I manifestanti hanno messo subito in chiaro la loro condanna nei confronti di Hamas e di essere presenti in favore dei palestinesi esprimendo preoccupazione per le sofferenze della popolazione civile anche se non sono mancate le critiche a Israele. Da Bari, i presenti hanno accusato Israele di essere uno stato terrorista.

4mila persone a Milano

A Milano, circa 4mila persone hanno partecipato alla manifestazione dimostrando un notevole supporto per il popolo palestinese. Il corteo è partito dalla Stazione Centrale e si è concluso con un toccante presidio al parco Trotter culminato in un minuto di silenzio. I cortei gremiti hanno raggiunto anche Torino.

Un'immagine della manifestazione a Milano condivisa dall'agenzia Pressenza

Anche il ministro degli esteri italiano e vicepremier Antonio Tajani ha cercato di distinguere tra l'organizzazione militante di Hamas e la popolazione palestinese. Ha affermato infatti che la guerra è contro Hamas e non contro i palestinesi che sono anch'essi vittime dell'organizzazione terroristica proprio come gli israeliani.

Il vicepremier Tajani

 

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