Voucher lavoro: ritornano dopo 10 anni dal loro ingresso in Italia
Recuperati 50mila posti di lavoro occasionale in agricoltura.
Voucher lavoro, ritornano dopo 10 anni dal loro ingresso in Italia
Voucher lavoro: tornano dopo 10 anni
I voucher ritornano, dopo la loro abrogazione nel 2017, a quasi dieci anni della loro prima introduzione in Italia avvenuta nell’agosto 2008 con un decreto ministeriale che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, portare alla luce il lavoro dei pensionati tutelandone i diritti e certamente riconoscendo la specificità del lavoro agricolo. E’ quanto afferma la Coldiretti in merito all’approvazione dell’emendamento sui voucher nel Decreto Dignità che riapre le porte al loro utilizzo proprio a partire dall’imminente vendemmia che resta l’attività agricola dove sono più utilizzati.
Ripristinati 50mila posti di lavoro occasionale
Con i voucher – sottolinea la Coldiretti – circa 50mila posti di lavoro occasionale possono essere riportati in trasparenza nelle attività stagionali in agricoltura. Con il loro ritorno in agricoltura, infatti, si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari erano e restano soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali.
E’ importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace – continua Coldiretti – di garantire forme di tutela dei lavoratori ed integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolare bisogno.
Il flop in agricoltura dello scorso anno
La riforma dello scorso anno – precisa Coldiretti – è stata un vero flop in agricoltura dove ha fatto crollare del 98% in valore l’uso dei buoni lavoro per effetto, in primis, di un eccesso di inutile burocrazia. Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008 è stata allargata la possibilità di utilizzo alle altre attività non agricole ed a qualsiasi tipologia di prestatore ma – sottolinea la Coldiretti – il settore è rimasto fedele all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati) a differenza degli altri comparti produttivi.
In cinque anni venduti 2 milioni di voucher
Non è un caso – precisa la Coldiretti – che il numero di voucher impiegati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011 in avanti senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti. In agricoltura sono stati venduti negli ultimi cinque anni prima dell’abrogazione poco più di 2 milioni di voucher all’anno, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro. Il valore complessivo delle integrazioni di reddito cui hanno potuto beneficiare pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati ammonta – conclude la Coldiretti – a circa 22 milioni di Euro all’anno mentre la regione dove sono stati più impiegati è il Veneto con poco più di un quarto del totale agricolo. Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè il 68% dei giovani italiani sarebbe disponibile a partecipare alla vendemmia o alla raccolta della frutta.