Riabilitazione cognitiva a domicilio dopo l'ictus, parte il progetto nel Mantovano
Lo scopo del trattamento è quello di sollecitare e ottimizzare il recupero post-ictus ripristinando al meglio le abilità perse
In Italia si stimano circa 200mila casi di ictus ogni anno e il fenomeno è in crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione. Servono cure anche dopo il percorso ospedaliero e per questo è nato il progetto.
Per ottimizzare il recupero
Il progetto di riabilitazione cognitiva a domicilio è nato grazie alla collaborazione fra le neuropsicologhe della struttura di Psicologia Clinica di Asst e ALICe Mantova-Associazione Lotta Ictus Cerebrale. Ai pazienti che necessitano di questo percorso
verranno forniti computer o tablet che potranno utilizzare al proprio domicilio.
I dispositivi permetteranno di effettuare giornalmente la riabilitazione cognitiva mirata in relazione alle problematiche di ciascuno e ai risultati delle valutazioni neuropsicologiche. I disturbi cognitivi devono essere messi in luce e quantificati attraverso la valutazione neuropsicologica costituita da una serie di test specifici per ogni funzione.
Una volta identificate le difficoltà è possibile iniziare il trattamento riabilitativo. Lo scopo del trattamento è quello di sollecitare e ottimizzare il recupero post-ictus ripristinando al meglio le funzioni lese e le abilità perse. Il trattamento deve essere effettuato da personale specializzato nella riabilitazione cognitiva e inizia già durante il ricovero ospedaliero.
È la seconda causa di morte
A livello globale si stima che nel 2019 l’ictus abbia causato 6.55 milioni di decessi risultando la seconda causa di morte dopo la cardiopatia ischemica ed è la prima causa di invalidità. In Italia si stimano circa 200mila casi ogni anno di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive. Il fenomeno è in costante crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione.
L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando uno dei vasi che porta il sangue al cervello si rompe o viene chiuso da un coagulo causando così la morte delle cellule cerebrali che vengono irrorate dal vaso stesso e che di conseguenza non ricevono più il sangue e l’ossigeno necessari. Gli esiti dell’ictus variano notevolmente in relazione alle aree cerebrali colpite.
Quando il percorso riabilitativo nell’ambito delle strutture pubbliche si esaurisce può succedere che pazienti e familiari si trovino disorientati. È proprio in questa fase che le associazioni dei malati svolgono un ruolo fondamentale. ALICe è l’associazione di volontariato che ha come scopo esclusivo la solidarietà sociale nei confronti dei pazienti affetti da malattie.
Un progetto ambizioso e utile
In quest’ottica si inserisce il progetto di riabilitazione cognitiva domiciliare. La supervisione del progetto è affidata alle neuropsicologhe di Asst Mantova che si occuperanno della valutazione nell’ambito del percorso ospedaliero e proporranno esercizi mirati di stimolazione cognitiva per ciascun singolo paziente.
È prevista anche un’attività di monitoraggio a distanza che permetterà di verificare gli avanzamenti di ciascun paziente. Il servizio è rivolto agli associati di ALICe che in base alla valutazione neuropsicologica risultino idonei per la riabilitazione cognitiva che si svolgerà al proprio domicilio un’ora al giorno per un mese da ripetere a cicli se necessario.
La realizzazione dell’ambizioso progetto è stata possibile grazie al contributo deliberato dalla Fondazione Comunità Mantovana e delle donazioni liberali di Renato Dal Cero titolare di Mantova Diesel, Fausto Marconato, titolare dell’omonima carrozzeria, Stefano Solci, del ristorante La Masseria e alla sensibilità di tanti altri sostenitori.
Il progetto si inserisce in un percorso d’interazione diretta da remoto dei pazienti e dei loro caregiver che prevederà lo sviluppo di altre proposte attualmente allo studio, perché ormai siamo entrati nell’evoluzione digitale dei sistemi ed è sempre più rilevante.