Dalla rissa al reinserimento, l’esperienza dei ragazzi denunciati e poi recuperati
Hanno ammesso di avere sbagliato e si sono impegnati a seguire il percorso del progetto di “Messa alla prova”
Dalla rissa al reinserimento, grazie al progetto di “Messa alla prova” si è conclusa bene l’esperienza dei ragazzi denunciati e poi recuperati.
Dalla rissa al reinserimento
Sono stati coinvolti in uno scontro fra bande giovanili in un quartiere cittadino, sono stati denunciati per rissa, poi hanno ammesso di avere sbagliato e si sono impegnati a seguire il percorso del progetto di “Messa alla prova”, concordato con l’Ufficio di servizio sociale per i minorenni di Brescia in collaborazione con quelli territoriali, e sono riusciti ad uscire dalla marginalità.
L'esperienza dei ragazzi denunciati e poi recuperati
Questa esperienza è terminata i primi di dicembre quando, alla fine di un lungo percorso educativo, il giudice ha ritenuto di valutare positivamente quanto i ragazzi avevano svolto chiudendo dunque il procedimento penale con la formula: “Non doversi procedere per esito positivo della prova”.
“Ho incontrato i ragazzi la scorsa primavera – racconta l’assessora alle politiche giovanili del Comune di Mantova Alessandra Riccadonna -, mi hanno espresso la loro volontà di poter lasciare un segno visibile del loro percorso in un murales. Ritenendo la loro richiesta un’opportunità per la loro crescita solo se affiancati da persone competenti ho concordato un percorso di approfondimento e arricchimento con chi stava gestendo il loro cammino di messa alla prova mettendoli in contatto con chi di mestiere si occupa di arte urbana come Caravan Set up, inserendoli come volontari nel festival Without Frontiers e sostenendoli in un percorso di crescita culturale e di conoscenza artistica. E’ per me motivo di orgoglio essere parte di tale percorso di recupero e reinserimento dei ragazzi”.
Durante i giorni di progettazione con gli operatori è emersa in maniera evidente la necessità dei ragazzi di raccontare la propria visione del percorso che li ha fatti incontrare e diventare amici. Questa esigenza si è concretizzata nel murales che hanno progettato e dipinto assieme all’artista Supe, che avevano conosciuto nella passata edizione del Festival “Without Frontiers” a Lunetta, al quale avevano collaborato come volontari.
I ragazzi si sono conosciuti, hanno condiviso diverse esperienze e sono diventati amici. Hanno deciso di raffigurare quattro strade che, partendo da differenti direzioni, alla fine si incontrano formando un incrocio al centro della parete. Ai margini delle strade ognuno dei ragazzi ha dipinto una personale visione del proprio mondo fatto di scelte giuste e sbagliate, di obiettivi, di sogni, di pensieri e ambizioni. Hanno utilizzato un linguaggio fortemente allegorico, in linea con l’immaginario giovanile che vivono quotidianamente fatto di musica, tatuaggi e serie tv.
Il murales
Nel murales hanno raffigurato le esperienze accumulate lungo la loro strada: le persone incontrate, gli argomenti affrontati, il viaggio a Torino con “Caravan Set Up” durante il quale hanno visitato la città, musei e studi di artista, le discussioni e talvolta anche i disaccordi. Il murales è stato solamente il tassello finale di un percorso ben più importante che ha portato i ragazzi a grattare la superficie di un mondo che si affaccia da proprio dietro l’angolo del loro quartiere. Hanno potuto così contribuire lasciando qualcosa di positivo nella loro comunità, che possa rappresentare uno spunto per riflettere, anche per altri giovani come loro.
Sono diversi i soggetti che hanno contribuito a realizzare questa esperienza: l’Associazione Culturale “Caravan Set Up”, e in particolare Simona Gavioli e il tutor Matteo Bidini; Laura Beccherle, psicologa della Cooperativa Alce Nero; Alessandra Riccadonna, assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Mantova; Cleopatra Giazzoli e Roberta Ghidelli, dell’ufficio di servizio sociale per i Minorenni di Brescia.