Il muro dei femminicidi a Mantova: multate le attiviste che hanno affisso i nomi delle vittime
Le attiviste si sono scagliate sui social contro le autorità: "Per noi decoro urbano è anche ricordare chi ha subito ingiustizie".
Sul muro di un sottopasso hanno affisso i nomi delle donne vittime di una società patriarcale ma sono state multate. Sui social hanno dichiarato che non pagheranno.
Il muro dei femminicidi
Era il 10 agosto quando le attiviste di Non Una di Meno Mantova hanno deciso di realizzare questa installazione. L'idea era quella di onorare tutte le donne e le componenti della comunità lgbtqia+ che sono state uccise da un uomo e di farlo facendole vedere a tutti quanti.
Da qui nasce la scelta di affiggere i nomi di tutte le donne uccise da uomini quest'anno sul muro del sottopasso di Porta Mulina sul lungolago Gonzaga. Le sanzioni però sono arrivate dopo durante la fase di aggiornamento del muro. Due attiviste si sono dirette ad aggiornarlo con i nomi delle nuove vittime quando sono arrivate le forte dell'ordine.
Le autorità hanno accusato le femministe di aver affisso dei manifesti senza autorizzazione imbrattando e danneggiando dei beni pubblici. Per giustificare la loro contestazione si sono appellati al regolamento della polizia urbana mantovana. Una volta notificate le multe da 500 euro l'una settimana scorsa è scoppiata la polemica.
Non pagheranno le multe
Non Una di Meno Mantova ha fatto sapere tramite un post sui social che le multe non verranno pagate e si sono scagliate contro il regolamento e contro le istituzioni. Contestano la decisione presa dagli agenti perché il muro dei femminili era diventato un simbolo della città negli ultimi mesi. Quel muro era per loro il simbolo per ricordare tutte le donne e le soggettività lgbtqia+ brutalmente uccise ogni anno in Italia.
"Il muro parla per tutte quelle donne e soggetti lgbtqia+ che sono state messe a tacere. Parla a tutt* quell* che passano e vogliono ascoltare. - scrivono le attiviste sui social - Parla con chi vuole dialogare e confrontarsi. Parla di storie, di vite.Parla anche alle istituzioni che così poco fanno e che sono terribilmente distratte di fronte ad un vero e proprio massacro quotidiano."
Il post Facebook di Non Una di Meno:
La richiesta di supporto
Sulla loro pagina Facebook, le femministe di Non Una di Meno Mantova hanno sottolineato che non pagheranno le sanzioni perché non credono nel politicamente corretto e vogliono che la città sia pensata per tutti. Vogliono che la gente tenga sempre a mente tutto il male che la società patriarcale fa. Vogliono far parlare e chiedono il supporto di tutti.
"Invitiamo tutti a sostenere le nostre posizioni - dichiarano le attiviste - e a chiedere una revisione del regolamento della polizia urbana che riteniamo fortemente repressivo e limitante della libera espressione individuale e collettiva".
Continueranno per la loro strada
A fare innervosire le militanti è stata particolarmente una scritta sul verbale della polizia che definisce il contenuto delle loro affissioni la rappresentazione di "cosiddetti femminicidi". La fortissima accusa nei confronti delle istituzioni e delle forze dell'ordine a partire dal linguaggio utilizzato nelle notifiche delle sanzioni è quella di non dare sufficientemente peso alla violenza di genere per mancata formazione o per ignoranza.
Il loro obiettivo è proprio quello di combattere l'ignoranza sui temi della violenza nei confronti delle donne ed è per questo che non pagheranno le multe. Inoltre hanno dichiarato che continueranno per la loro strada onorando sempre tutte le vittime di una società che non tutela le donne.