Dallo psicologo all'ecografo: in Asst nuovi aiuti per le persone disabili
La responsabile Semeraro: "Da oltre 10 anni aiuto alle persone in difficoltà nel caso di visite o ricovero ospedaliero"
All'ospedale Poma aiuti per le persone disabili: dallo psicologo all'ecografo portatile allo strumento per chi ha difficoltà a deglutire.
Uno psicologo per le persone disabili
Il percorsointerno all'ospedale Carlo Poma di Mantova dedicato alle persone con disabilità fisica e intellettiva, ovvero il percorso Delfino-Dama, può contare sulla nuova figura professionale dello psicologo clinico, un servizio che vede la partecipazione della Psicologia Clinica di Asst. Lo psicologo valuterà sia il paziente sia il caregiver, durante il ricovero e in occasione delle visite ambulatoriali.
Strumento per chi ha difficoltà a nutrirsi
Ma non è l’unica novità per il servizio che, nell’ambito della struttura di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, offre una corsia preferenziale agli utenti in difficoltà. È infatti in arrivo un’apparecchiatura per la videofluoroscopia, metodica che in collaborazione con i professionisti della Radiologia consente di approfondire gli studi in caso di disfagia, ovvero difficoltà nel nutrirsi. L’analisi consente di verificare nel dettaglio le varie fasi della deglutizione.
Il Rotary dona un ecografo portatile
Sempre nell’ambito della diagnostica per immagini, il Rotary Castelli donerà un ecografo portatile, che potrà essere utilizzato dagli specialisti anche sul territorio.
L’ecografo sarà consegnato al reparto in occasione del convegno dedicato al Delfino, che si svolgerà il 28 ottobre, a partire dalle 9, al Mamu di Mantova. Si parlerà delle prospettive del servizio mantovano all’interno della rete Dama regionale e nazionale.
Convegno sulla cura delle persone disabili
“Il percorso Delfino-Dama di Mantova – commenta la responsabile Antonia Semeraro - ha raggiunto ormai oltre dieci anni di attività. In questi anni il team medico-infermieristico ha accompagnato il paziente durante l’intero percorso diagnostico e terapeutico. Si è occupato inoltre dell’accoglienza all’interno della struttura, non solo del paziente disabile nella sua globalità, ma anche dei cargiver, creando un ambiente il più possibile familiare e tranquillo. Cerchiamo ridurre al minimo il disagio dell’utente, della famiglia e della comunità. Vorrei ringraziare Anfass, che ci sostiene sempre e che ha contribuito anche alla realizzazione di questo evento”.
Obiettivo è far emergere le diverse professionalità impegnate nel percorso, di potenziare il confronto multidisciplinare necessario per la presa in carico e la cura del paziente disabile, che risulta incapace di esprimere il proprio malessere.