La villeggiatura al tempo dei signori: le ferie dei Gonzaga
Scopriamo i luoghi preferiti dei Gonzaga per le vacanze estive.
La villeggiatura ai tempi delle corti esisteva? Certo che sì, scopriamo come si svagavano i signori.
La villeggiatura al tempo dei signori: le ferie dei Gonzaga
Qualcuno è già partito e qualcuno partirà a breve oppure aspetterà la coda dell’estate. Le ferie sono quell’unità di misura che serve a diminuire la distanza dal relax e dalla spina lavorativa staccata. Vi siete mai chiesti se anche le grandi famiglie che amministravano una Corte e una città si prendessero le ferie? Avete mai pensato a che tipo di vacanza potevano fare i Gonzaga? Le relazioni diplomatiche e gli agganci politici erano così tanti che di certo non mancava l’occasione. I complicati gradi di parentela così diffusi in Italia e in Europa permettevano di organizzarsi per trovare la figlia a Milano, la sorella a Ferrara, il fratello a Urbino, il cognato a Firenze, la zia a Napoli, la suocera in Germania e così via. Parenti serpenti ma soprattutto agenti di viaggio.
Un anno pieno di lavori per Ludovico e Barbara
Prendiamo un Gonzaga, un anno complicato e stressante e mandiamolo in ferie. Il marchese Ludovico II Gonzaga nel 1460 avrà avuto il suo bel da fare visto l’arrivo a Mantova del Papa Pio II Piccolomini e l’organizzazione della Dieta, una sorta di grande assemblea generale tra i capi di Stato italiani ed europei su questioni politiche. Se si aggiungo la preparazione della Corte Vecchia per il Papa e i suoi funzionari, l’allestimento e il trasferimento della famiglia nel Castello di San Giorgio, i lavori in città, l’ingaggio di Andrea Mantegna e di Leon Battista Alberti, i rapporti al limite con Milano e Venezia… lo scenario si fa complicato e avvolto da nubi di preoccupazioni. Inoltre il ruolo di grande madre di Barbara era molto dispendioso: i numerosi figli davano molti problemi e lei si occupava delle più svariate attività: orto, galline, bachi da seta senza dimenticare l’istruzione dei figli e il rapporto con le balie. Entrambi necessitavano di una bella pausa.
La scelta delle ferie tra le residenze estive
Per questo motivo il marchese e sua moglie Barbara di Brandeburgo avevano una serie di palazzi sul territorio che fungevano da filiali della Corte. I loro preferiti erano diversi e venivano ben spartiti tra marito e moglie. A Ludovico piacevano di più Goito e Marmirolo, mentre a Barbare le residenze di Sacchetta a Sustinente e di Volta Mantovana. Ed è molto facile immaginarsi un loro diverbio per scegliere la meta estiva. Molte di quelle residenze sono scomparse, rimangono quella di Sustinente e di Volta. Oltre al prestigio della costruzione architettonica la villa era completamente avvolta da un’oasi di natura e dai giardini, un elemento a metà tra meraviglia, artificio e senso di esotico. Le forme geometriche del giardino si mescolavano alla presenza di specie particolari, mentre i giochi d’acqua e le fontane si complicavano sempre più grazie all’inserimento di meccanismi di automi.
Il palazzo di Volta Mantovana
Il palazzo conosciuto oggi come Guerrieri Gonzaga come villa di campagna viene fatto costruire attorno alla metà del Quattrocento da mastro Juliano e mastro Giovanni. Il Palazzo venne realizzato su costruzioni precedenti: abitazioni, una torre e una cinta di mura. Qui finalmente potevano liberarsi per qualche giorno dalle fatiche politiche tra le decorazioni interne lussosissime e una vista unica sul belvedere. Il ritorno dal Palazzo di Volta non sarebbe stato male. Ad attenderli c’era Mantegna e la Camera degli Sposi. Non vi resta che visitarlo per una gita fuori porta e sentirvi un po’ come Ludovico e Barbara.
Il curatore
Simone Rega è laureato in Storia dell’Arte ed ha conseguito il Master di primo livello in Management della valorizzazione territoriale ed accoglienza turistica. Scrittore e guida turistica, si occupa di promuovere e valorizzare attraverso eventi dedicati e bandi le aziende del territorio. Con il blog Meraviglia a Domicilio racconta Mantova e le piccole curiosità che stanno dietro alla Storia. Ha vinto nel 2012 un concorso nazionale di poesia e nel 2013 ha pubblicato il libro Il Testamento del Clown. E’ presidente dell’Associazione di promozione Sociale RUM Ri-animazione Urbana Mantova che si occupa di welfare e rigenerazione urbana. E’ inoltre local manager di Igersmantova, la community che si occupa di raccontare il territorio di Mantova attraverso Instagram.