Maltempo nel Mantovano: aumenta ed è pesante la conta dei danni
Coldiretti Mantova parla di stime non definitive intorno agli 800mila euro di danni.
Maltempo nel Mantovano: aumenta la conta dei danni
Maltempo nel Mantovano
Stanno lievitando i danni della tromba d’aria che la sera del 3 luglio si è abbattuta sui territori compresi fra Pegognaga, Gonzaga, San Benedetto Po. I sopralluoghi nelle aziende agricole coinvolte, che sono almeno 25 (ma il computo è destinato a salire a mano a mano che arrivano le denunce), ad oggi indicano una cifra che si avvicina agli 800mila euro, calcola in via provvisoria Coldiretti Mantova.
Danni ingenti agli allevatori
Raffaele Frignani, allevatore di Bondeno di Gonzaga, aveva inizialmente parlato di una cifra intorno ai 50mila euro, a causa di due capannoni del fieno scoperchiati, un tunnel per il ricovero del fieno volato via, varie finestre che si sono rotte, ma anche la perdita delle tende della stalla nuova, e dei pioppi collocati di fronte alla stalla per ombreggiare la struttura. “Pensavo fosse sufficiente il danno alle strutture – commenta – invece devo fare i conti con 1.000 rotoballe di fieno di primo taglio, che è peraltro il più pregiato, completamente bagnato dall’acqua e totalmente irrecuperabile”. Si parla di circa 4mila quintali di fieno, che era stato essiccato per l’instabilità meteo che già a maggio aveva accompagnato le giornate degli agricoltori del Nord Italia. “Una perdita di almeno 80mila euro”, sostiene Frignani. Come lui, però, ci sarebbero altri allevatori.
Coldiretti Mantova
“La conta dei danni è provvisoria e per il 90% si riferisce alle strutture come stalle, tunnel per il ricovero del fieno, case padronali, capannoni per il ricovero degli attrezzi, barchesse, tetti scoperchiati – informa Coldiretti Mantova -. A questo si devono aggiungere le perdite di coltivazioni nei campi tra mais, alcuni vigneti e frutteti. Anche il paesaggio ha subito gravi mutamenti. La tromba d’aria, con raffiche anche di 100 chilometri orari, ha sradicato o abbattuto una cinquantina di roveri e querce, fusti centenari che erano a tutti gli effetti parte del paesaggio. La più colpita è stata la zona di Bondeno di Gonzaga, in cui molte aziende hanno visto piante spezzate o sradicate”.