Allarme epidemia Aviaria: altri cinque focolai tra Mantova e Brescia
Partita dalla provincia di Verona l'epidemia si sta sviluppando in altre cinque province: Padova, Rovigo, Brescia, Cremona e Mantova.
Non si ferma l’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 e cresce il numero dei focolai tra il Veneto e la Lombardia.
Allarme epidemia Aviaria
Giorno dopo giorno crescono i focolai di influenza aviaria in Italia. Numerosi focolai in Veneto dove le province più colpite risultano essere quelle di Verona, Padova e Vicenza. Ma colpite dall'epidemia di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità sono anche Lombardia, in provincia di Mantova, Cremona e Brescia, Friuli Venezia Giulia (Udine) e Lazio, nell’area di Roma.
Il Sivemp Veneto (sindacato italiano veterinari medicina pubblica) ha reso noto in modo aggiornato l’evoluzione epidemiologica della malattia che ora conta oltre 130 focolai. Il dato purtroppo è in continuo adeguamento visto che l’epidemia sta dilagando e si estende a considerevoli distanze dai focolai via via confermati, che interessano anche impianti di riproduttori.
Cinque nuovi focolai in Lombardia
In Lombardia, secondo gli ultimi dati disponibili, continua ad essere particolarmente colpita la parte settentrionale della provincia di Mantova, dove negli ultimi giorni sono stati individuati altri quattro focolai, e la parte meridionale della provincia di Brescia, con un nuovo caso rilevato. In totale quindi cinque nuovi focolai proprio alle porte di Cremona. A fine novembre un focolaio era stato rilevato anche in provincia di Cremona, a Grontardo, in un allevamento di broiler (polli da carne).
Problema abbattimenti
Il numero di capi interessati tra tacchini, galline, polli, quaglie e faraone, (almeno 4 milioni) è tale da creare problemi per un espletamento delle operazioni di abbattimento e smaltimento che al momento sono molto rallentate, nonostante l’intervento di ditte specializzate provenienti anche dall’estero. In Veneto, per gestire lo smaltimento delle carcasse sono arrivati persino i tecnici dall'Olanda e, a dare man forte, anche l'esercito.