Assalti ai distributori con la ruspa: sgominata banda criminale
È possibile che gli ulteriori aggiornamenti in corso attribuiranno la paternità di altri colpi, avvenuti anche poco lontano dalla nostra Provincia, ai malviventi individuati.

I membri dell’organizzazione criminale hanno dai 22 ai 28 anni: uno di loro aveva perso la vita mentre cercava la fuga dopo il furto di un’auto.
Assalti ai distributori con la ruspa: sgominata una banda di romeni
Come riporta Prima Brescia, dalle prime ore dell’alba di ieri è in corso un’operazione di polizia transnazionale, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Pordenone, con il coordinamento del Servizio centrale operativo (S.C.O.) della Polizia di Stato e del Servizio cooperazione internazionale di polizia (S.C.I.P.), relativa all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere con emissione di “mandato arresto europeo”, richieste dalla Procura della Repubblica ed emesse dal G.I.P. del Tribunale di Pordenone, a carico di 4 persone di origine romena. I componenti fanno parte una banda transnazionale specializzata negli assalti con ruspe in danno di aree di servizio del nord Italia.
Modus operandi
Il gruppo criminale, tra i mesi di gennaio ed aprile di quest’anno, ha messo a segno numerosi colpi in diverse province del Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, nelle ore serali e notturne, commettendo reati predatori in danno degli impianti di distribuzione carburanti, con l’utilizzo di grosse ruspe, per mezzo delle quali sradicavano le colonnine di erogazione self-service asportandole con il denaro contante all’interno. Accertati profitti per decine di migliaia di euro e, nel contempo, ingenti danni ai titolari dei distributori di carburanti costretti, altresì, a dover bloccare l’attività lavorativa per diverso tempo, sino al completo ripristino degli impianti di erogazione.
Il gruppo criminale aveva adottato un modus operandi di tipo transfrontaliero, giungendo in Italia prevalentemente nei fine settimana dove poi, una volta individuati gli obiettivi da colpire, rubava autovetture tipo “pick-up” e ruspe da aree cantierizzate o da depositi di noleggio delle macchine operatrici.
Arresti
Gli arresti, disposti dal G.I.P. del Tribunale di Pordenone, hanno interessato 4 cittadini romeni e sono in corso di esecuzione dalla primissima mattinata, due in Romania e uno a Trieste, mentre il quarto destinatario delle misure restrittive è deceduto a marzo.
Dopo avere rubato un’auto in provincia di Gorizia era stato intercettato da pattuglie delle Forze dell’ordine e per sottrarsi alla cattura si era tuffato nel fiume Isonzo: il corpo è stato rinvenuto lo scorso mese privo di vita in località Peteano (GO).
L’indagine della Squadra Mobile della Questura di Pordenone ha avuto inizio la notte del 17 febbraio 2021, quando a Porcia (PN), mediante una ruspa di grosse dimensioni, si era verificato il tentativo di furto, mediante sradicamento, ai danni delle colonnine OPT – Outdoor Payment Terminal, del distributore di carburante self-service della Conad.
In quell’occasione, il furto era stato sventato da una pattuglia dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico – Squadra volanti della Questura di Pordenone, che aveva sorpreso la banda all’opera, mettendola in fuga.
Gli investigatori, quindi, hanno ricollegato tra di loro tutta una serie di furti di auto commessi il mattino precedente, in particolare le autovetture sottratte.
Due giorni dopo, il 19 febbraio, è stato perpetrato con le medesime modalità il furto aggravato ad Azzano Decimo (PN) ai danni dell’impianto di distribuzione carburanti Conad.
Il quadro investigativo, quindi, evidenziava come gli assalti venissero commessi in serie, con schemi e modalità ben consolidati e collaudati.
Il gruppo agiva con determinazione e capacità criminali, tanto da reagire con freddezza, secondo schemi di comportamento ripetuti, anche in caso di imprevisti o di intervento delle Forze dell’Ordine, non esitando a mettere in pericolo l’incolumità di chiunque si trovassero davanti: ricorrente l’utilizzo di estintori spruzzati e poi lanciati contro le pattuglie delle Forze dell’Ordine durante gli inseguimenti o l’uso degli stessi estintori contro ignare persone che si fossero trovate nelle aree di servizio durante l’assalto.Si delineava, quindi, anche il “modus operandi” della banda criminale, risultata essere transfrontaliera, in quanto uno dei quattro indagati, con le mansioni di autista del gruppo, accompagnava gli altri tre in Italia attraverso il confine con la Slovenia, ritornando, quindi, oltrefrontiera da dove, dopo qualche giorno, terminati i raid, si recava a riprendere i tre complici.
E ancora, sempre durante l’attività investigativa, gli stessi si rendevano responsabili di altri assalti nella provincia di Pordenone, ovverosia quello dell’8 marzo ai danni dell’impianto di distribuzione carburanti Q8 di San Vito al Tagliamento (PN), nel corso del quale venivano sradicate e portate via le colonnine di pagamento, che fruttava un bottino di 22.465 euro in contanti e danni materiali per il titolare del distributore di benzina quantificato in ulteriori 23mila euro.
E ancora, la notte del 25 marzo quelli commessi a Martignacco (UD), un tentativo ai danni di un distributore di benzina e successivamente, verso le ore tre di notte, nel vicino comune di Arba (PN), sfondavano la vetrata del bar del distributore di carburanti, impossessandosi di tabacchi per un valore di euro 4.000 e sottraendo la somma in contanti di 2mila euro nella cassa dell’esercizio commerciale.
In carcere
Stante il complesso e articolato quadro probatorio ricostruito dalla Squadra Mobile della Destra Tagliamento, il procedente P.M. della Procura di Pordenone, dott. Federico Baldo, ha richiesto e ottenuto dal G.I.P. del Tribunale di Pordenone dott. Giorgio Cozzarini, ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro cittadini rumeni, B.S. 28enne, B.M. 25enne, D.I.G. 24enne e S.M. 22enne, già tutti gravati a vario titolo,da precedenti specifici e tratti in arresto per la commissione di precedenti analoghi assalti
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere viene evidenziato come (si riporta testualmente) “gli indagati hanno agito con determinazione e capacità criminali (…) non hanno esitato a mettere in pericolo l’incolumità (…) in poche ore hanno commesso un numero molto elevato di furti, non preoccupandosi dei rilevanti danni procurati, talvolta ben superiori ai potenziali profitti ricavati dai reati. Nel corso delle singole trasferte sono stati commessi molti reati (…). Le trasferte in Italia sono state ravvicinate nel tempo, così come gruppi di reati commessi durante le stesse, per cui non si può ipotizzare che esse siano state il frutto di decisioni estemporanee ed isolate. Al contrario, rappresentano manifestazione di uno stile di vita stabilmente dedicato a commettere reati contro il patrimonio”.
Accertata la stabile dimora dei quattro in Romania, si è proceduto, quindi, ad estendere l’esecutività degli arresti anche all’estero attraverso il M.A.E. (Mandato di Arresto Europeo).
Si sono attivati, al riguardo, il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato (S.C.O.) e il Servizio cooperazione internazionale di Polizia (S.C.I.P.) che attraverso il collaterale organo della Polizia rumena, hanno localizzato in madrepatria S.M. e D.I.G., mentre per quanto concerne la posizione degli altri due indagati, B.M. è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per ricettazione di un’auto rubata in provincia di Gorizia in data 25 marzo 2021 e ristretto presso il carcere di Trieste, mentre B.S., in quella stessa occasione, ha tentato la fuga tuffandosi nel fiume Isonzo, dove è annegato.
All’alba di ieri, mercoledì 12 maggio, l’epilogo dell’indagine, con l’arresto in Romania, nella città di Galati, di uno dei due indagati e con l’altro attivamente ricercato in zona e l’esecuzione della medesima ordinanza di custodia cautelare in carcere a Trieste, da parte degli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Pordenone.Sono in corso accertamenti e riscontri per una verosimile riconducibilità al gruppo criminale in argomento di numerosissimi episodi analoghi commessi nelle province Centro-Nord d’Italia, quali i furti aggravati di febbraio a Carpi (MO), Paese (TV), Monselice (PD), Este (PD), Castegnato (BS), Robecco d’Oglio (CR) e Breganze (VI).