A Mantova somministrati gli anticorpi monoclonali al primo paziente della sperimentazione
Il paziente sta bene ed è stato ricoverato in via precauzionale.
Somministrata con successo la terapia a un uomo di 53 anni che si è presentato in Pronto Soccorso con la malattia in forma iniziale.
(In copertina foto di Asst Mantova)
Somministrati gli anticorpi monoclonali al primo paziente
Sono stati somministrati giovedì 1 aprile 2021 al primo paziente di ASST gli anticorpi monoclonali anti- SARS-CoV-2. Si tratta di un uomo di 53 anni, residente nel Mantovano. Il paziente è risultato positivo al tampone per Covid in Pronto Soccorso. Presentava una forma iniziale della malattia, senza necessità di ossigeno ed è immunodepresso per una terapia cronica, condizioni che lo hanno reso candidabile agli anticorpi monoclonali. L’uomo è in buone condizioni ed è stato ricoverato a scopo precauzionale.
Un protocollo che coinvolge diverse strutture
Il protocollo terapeutico per l’utilizzo degli anticorpi monoclonali, preparato dal direttore delle Malattie Infettive Salvatore Casari in collaborazione con il direttore del Pronto Soccorso di Mantova Massimo Amato e con il direttore della Farmacia Maria Eugenia Borghesi, coinvolge il personale di varie strutture.
Le proposte di trattamento potranno pervenire dal medico di medicina generale, dal pediatra di libera scelta, dal medico delle Usca, dal medico di Pronto Soccorso, dal medico di una struttura di ricovero dell’ASST, dove il paziente è degente per causa diversa dal Covid, in seguito a un riscontro occasionale.
Chi può essere destinatario della terapia
In tutti i casi, come da indicazione della scheda tecnica dei farmaci, le persone destinatarie della terapia dovranno avere l'infezione da non più di 10 giorni e presentare una sintomatologia lieve o moderata, tale da non richiedere la somministrazione di ossigeno.
Inoltre, è necessario che il paziente sia a rischio di progressione clinica severa per condizioni patologiche preesistenti come obesità, diabete mellito non controllato, immunodeficienza, malattia cardio-cerebrovascolare, bronchite cronica oppure essere sottoposti a dialisi. Il trattamento è quindi limitato a precise tipologie di pazienti, che hanno un’alta probabilità di peggioramento, con conseguente ricovero.