Assegno di ricollocazione 2018 da oggi in vigore. Cos’è e come funziona
L'importo dell'assegno di ricollocazione varia in relazione al profilo del disoccupato.
Assegno di ricollocazione 2018 da oggi in vigore. Ecco cos’è e come funziona il nuovo ammortizzatore sociale introdotto dal Jobs Act.
Assegno di ricollocazione 2018 da oggi in vigore. Ecco cos’è e come funziona
L’assegno di ricollocazione, in vigore da oggi, è un nuovo ammortizzatore sociale destinato ai lavoratori ancora disoccupati dopo almeno 4 mesi dall’ultimo pagamento dell’indennità Naspi e ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria. Può andare anche a lavoratori disoccupati parziali, ovvero coloro che, pur avendo un lavoro dipendente o autonomo, hanno un reddito annuo di importo pari o inferiore a quello esente da IRPEF (8.200 euro circa).
Chi può accedere
Possono accedere all’assegno di ricollocazione i disoccupati che hanno terminato la Naspi da almeno quattro mesi, o abbiano comunque acquisito lo status di disoccupato dopo aver sottoscritto presso il Centro per l’impiego la DID (dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro) e averla poi inoltrata per via telematica.
L’importo dell’assegno e a cosa serve
L‘importo dell’assegno di ricollocazione varia in relazione al profilo del disoccupato – da un minimo di 250 euro a un massimo di 5mila euro – , e può essere speso presso il Centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro, per frequentare corsi professionali che lo aiuteranno a reinserirsi sul mercato del lavoro. Il disoccupato una volta completata l’istanza, ha la possibilità di scegliere l’ente (centro per l’impiego, agenzia per il lavoro) dal quale farsi assistere nella ricerca attiva di una nuova occupazione. L’ente riceverà una remunerazione, con la dote attribuita al lavoratore, solo nel caso in cui il lavoratore sia effettivamente ricollocato in un nuovo lavoro.
Sanzioni per chi non partecipa
Nel caso in cui il lavoratore non partecipi alle iniziative di inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro – fa sapere la Cgil nella nota – sono previste sanzioni fino alla perdita dell’assegno.
“Tutto ciò che può migliorare l’intermediazione nella ricerca del lavoro va sostenuto”
“Si tratta dunque di un ammortizzatore sociale che non sappiamo quanto riuscirà ad incidere in un mercato del lavoro come quello italiano – sostiene Lino Ceccarelli, segretario generale di NIdiL CGIL Monza e Brianza. Dove l’intermediazione ufficiale (centri per l’impiego pubblici, e agenzie per il lavoro private) finora non ha dato prova di efficienza, e pochissimi sono ancora i lavoratori ricollocati attraverso queste cosiddette “politiche attive”. Riteniamo tuttavia importante attivarsi per l’avvio e il perfezionamento del sistema. La disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, nel nostro Paese è a livelli drammatici, quindi tutto ciò che può migliorare l’intermediazione nella ricerca del lavoro va sostenuto e implementato”.
La richiesta dell’assegno di ricollocazione è volontaria e potrà essere presentata, dal percettore NASpI, telematicamente attraverso il SIU del portale ANPAL o rivolgendosi direttamente al CPI competente.