Dopo una vita di dolore e sofferenza 30enne tenta di farla finita
Grazie all'allarme lanciato da alcuni passanti i Carabinieri sono riusciti ad intervenire.
Sono le ore 14.30 circa dell’11 febbraio quando i Carabinieri della Stazione di Asola vengono informati, da alcuni passanti, che nei pressi del ponte sul fiume Chiese di Asola è presente un giovane ragazzo che intende gettarsi.
Una vita drammatica
I Carabinieri, appresa la notizia, convergono tempestivamente sul luogo dove individuano e raggiungono il ragazzo, in evidente stato di alterazione psicofisica, aggrappato con le sole mani oltre la ringhiera del ponte, sospeso nel vuoto. Il Maresciallo Galletti Riccardo, Comandante della Stazione di Asola ed il Vice Brigadiere Guido Franco, intraprendono immediatamente una lunga conversazione, durata circa trenta minuti, durante la quale il ragazzo, 30enne originario del Mali, racconta di aver attraversato due volte il mare per approdare in Italia, di essere orfano di padre e madre e che in Africa ha anche una figlia e, dato che era afflitto da una fortissima cefalea, in preda al delirio, aveva deciso di farla finita.
I Carabinieri riescono a convincerlo a desistere
Dopo aver rifiutato qualsiasi intervento sanitario, è stato convinto dai militari dell’Arma a farsi avvicinare ed a desistere dal compiere l’insano gesto. Subito dopo è stato accompagnato presso la stazione ferroviaria di Asola da dove avrebbe preso il treno per recarsi nel luogo di residenza. La grande professionalità posta in atto dai Carabinieri della Stazione di Asola ha permesso così di evitare il drammatico epilogo della vicenda.