Ecco come l'ex comandante dei carabinieri di Viadana rivelava informazioni segrete

Giorgio Naselli è finito in manette questa mattina.

Ecco come l'ex comandante dei carabinieri di Viadana rivelava informazioni segrete
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Siamo nell'alveo della clamorosa operazione che ieri, giovedì 19 dicembre 2019, ha portato all'arresto di 334 persone e alla messa sotto indagine di 416 legate a un sodalizio di stampo mafioso: la 'ndrangheta di Vibo Valentia. Fra loro anche un uomo delle istituzioni, Giorgio Naselli, già comandante dei Carabinieri di Viadana: è accusato d'aver rivelato informazioni segrete all'ex parlamentare di Forza Italia Pitelli.

Ex Comandante dei Carabinieri a Viadana

Il carabiniere Giorgio Naselli, nato il 7 ottobre del 1967 a Piacenza, oggi di stanza a Teramo, circa una ventina di anni fa ha ricoperto il ruolo di comandante dell'Arma dei Carabinieri a Viadana. Il Giudice per le indagini preliminari Barbara Sacca ha disposto anche nei suoi confronti l'applicazione di una misura cautelare, accusandolo di aver condiviso informazioni confidenziali acquisite mediante il proprio lavoro con l'ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli.

L'accusa

Naselli è accusato di aver violato i doveri inerenti alle sue funzioni e comunque abusato della sua qualità di pubblico ufficiale, quale tenente colonnello dell'Arma dei Carabinieri con l'incarico di Comandante Provinciale di Teramo. Secondo l'accusa ha acquisito notizie d'ufficio che dovevano rimanere segrete e le ha rivelate a Pitelli. In particolare, Naselli, su richiesta telefonica del Pittelli si sarebbe interessato di una vicenda professionale altrui, contattando persino il Comandante del Gruppo Carabinieri di Monza che se ne occupava.

Il fatto sarebbe aggravato dall'averlo commesso al fine di procurare al Pittelli un indebito.

L'accusa formale è di aver commesso il reato di Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio.

Le considerazioni dei giudici

Dall'ordinanza i giudici dichiarano che "non vi sono dubbi sulla ricorrenza, in capo al Naselli della responsabilità penale, a livello di gravità indiziaria, per il delitto di cui all'art. 326 c.p., ricorrendo la fattispecie di cui al I comma della disposizione. La rivelazione del Naselli é stata frutto di un'azione volontaria e consapevole, dunque dolosa", riconoscendo così una piena volontà di realizzare il reato.

Oltre all'accusa di aver rivelato informazioni segrete, documentate da tutte le registrazioni delle intercettazioni telefoniche monitorate dagli inquirenti, dalle carte si capisce che Naselli, violando la regola sul segreto istruttorio imposto dalla legge sul procedimento amministrativo, non solo avrebbe rivelato lo stato di una pratica a Pitelli, ma si sarebbe anche prodigato per allungarne i tempi al fine di consentire che la procedura si risolvesse in favore di una delle parti.

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