Scoperto il ladro di "Tortelli & Fiends" grazie alle sue impronte digitali sulla vetrina
Ormai C.S.I. fa un baffo alla polizia scientifica mantovana.
Furto al "Tortelli & Fiends": caso risolto grazie alle impronti digitali rilevate dalla polizia scientifica, ormai C.S.I. fa un baffo alla polizia scientifica mantovana.
Fondamentale il lavoro della Polizia Scientifica
Ancora una volta il contributo tecnico della Polizia Scientifica si è rivelato fondamentale per l’analisi della scena del crimine. Grazie, infatti, al sopralluogo effettuato subito dopo un tentativo di furto ai danni del noto ristorante cittadino "Tortelli&Friends", l’acquisizione di alcune impronte digitali lasciate dal ladro è risultata fondamentale per individuarlo.
Il tentato furto risale al 1 Dicembre
I fatti risalgono allo scorso 1° dicembre, allorquando i gestori del Ristorante “Tortelli &Friends” di Mantova hanno denunciato alla Polizia di avere appena subito un furto: un individuo sconosciuto, infatti, armato di strumenti atti allo scasso, aveva cercato di entrare nel Ristorante dopo aver infranto la vetrata.
Disturbato dal figlio del proprietario che abita nelle adiacenze, il ladro era stato costretto a darsi alla fuga.
Gli Agenti della Volante, prontamente intervenuti per effettuare i primi accertamenti, e dopo aver “congelato” la scena del crimine, hanno fatto intervenire gli esperti del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica di Mantova per effettuare in modo più approfondito le necessarie verifiche tecnico- scientifiche.
Il ladro aveva lasciato le impronte sulla vetrina
Il ladro, nelle fasi concitate dell’azione criminale, infatti, pur avendo adottato ogni cautela per non rendersi riconoscibile, aveva lasciato le proprie impronte sulla superficie della vetrata d’ingresso mentre cercava di infrangerla, danneggiandola irreparabilmente, con un “piede di porco”.
In seguito della complessa e delicata attività effettuata dalla Polizia Scientifica è stato possibile dare un nome ed un volto a quelle impronte, una volta comparate con quelle contenute nella Banca Dati del Ministero dell’Interno: esse sono risultate appartenere ad un 41enne mantovano pluripregiudicato, già conosciuto agli inquirenti, e che ora dovrà rispondere alla giustizia anche per questo reato.