Traffico illecito di rifiuti: arrestato un mantovano FOTO

Scoperta l’esistenza di un gruppo criminale operante nel campo del trattamento e trasporto dei rifiuti.

Traffico illecito di rifiuti: arrestato un mantovano FOTO
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Traffico illecito di rifiuti: i Carabinieri del Noe di Brescia eseguono due ordinanze di custodia cautelare.

Due ordinanze di custodia cautelare

Nella mattinata di oggi in Lombardia e Veneto, i Carabinieri del N.O.E. di Brescia, collaborati dai N.O.E. e dai Comandi Provinciali dei Carabinieri territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare (una in carcere ed una agli arresti domiciliari) emesse dal GIP del Tribunale di Brescia, Dott. Alberto Pavan, nei confronti di G.A., 54enne di Viadana (MN) e V.G. 40enne della provincia di Treviso, per traffico illecito di rifiuti.

Le attività investigative, condotte dal Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Brescia, coordinate dalla Dott.ssa Roberta Panico – Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Brescia/DDA, hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo criminale operante nel campo del trattamento e trasporto dei rifiuti, dedito alla gestione e smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, provenienti prevalentemente - tramite diversi canali - dalla Toscana e dalla Campania, oltre che dalla Lombardia, mediante lo stoccaggio ed il loro successivo abbandono in capannoni industriali dismessi, dando luogo, in tal modo, alla creazione di numerose discariche abusive.

Scoperta l’esistenza di un gruppo criminale operante nel campo del trattamento e trasporto dei rifiuti.
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Indagine avviata nel 2018

L’indagine ha avuto inizio nell’ottobre del 2018 con il sequestro in Soiano del Lago (BS) di un capannone industriale all’interno del quale erano state illecitamente stoccate oltre 1.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, in particolare rifiuti prodotti dal trattamento meccanico, artatamente classificati come imballaggi in materiale misto, ai fini dell’ammissibilità in impianto.

L’intervento dei Carabinieri del N.O.E. di Brescia - impegnati nell’ambito di una mirata azione di contrasto predisposta del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale di Roma - nel costante monitoraggio del delicato fenomeno degli incendi a danno delle aziende che, a vario titolo, si occupano della gestione dei rifiuti, attraverso l’analisi delle prime risultanze investigative poste in essere, nonché mediante i successivi accertamenti delegati dalla Procura di Brescia, ha evidenziato l’esistenza di una struttura organizzata e ben rodata, costituita da più soggetti che, al fine di conseguire un ingiusto profitto, in difformità ed in assenza di autorizzazioni ambientali, attraverso l’allestimento di mezzi ed attività continuative ed organizzate, gestivano abusivamente i rifiuti speciali.

Altri due capannoni sequestrata in provincia di Mantova

L’attività illecita dei due arrestati, ideatori, organizzatori ed esecutori del traffico illecito di rifiuti è stata cristallizzata dai sequestri di altri due capannoni industriali, effettuati nei primi mesi di quest’anno in Casaloldo e Roverbella, in provincia di Mantova. In particolare, all’interno dei due siti, entrambi privi di qualsivoglia autorizzazione ambientale, erano state stoccate complessivamente 1.200 tonnellate di rifiuti dell’industria tessile.
Le 2.300 tonnellate complessive di rifiuti di produzione regionale ed extraregionale (Lombardia, Toscana e Campania), illecitamente gestite, hanno generato in termini di costi di smaltimento non sostenuti, un profitto economico di circa 400.000 euro.

Lavoro congiunto delle Procure di Brescia e Reggio Calabria

L’esecuzione delle odierne misure cautelari dei Carabinieri del N.O.E. di Brescia rientra in una più vasta ed articolata attività investigativa coordinata dalle Procure Distrettuali di Brescia e di Reggio Calabria che ha consentito la contestuale esecuzione di numerosi provvedimenti restrittivi nei confronti di altre persone resesi responsabili di gravi episodi delittuosi, compiuti anche con modalità mafiose, in provincia di Brescia e Reggio Calabria.

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