"C'è Luisa?" il protocollo di sicurezza per le donne che Mantova deve copiare
All’interno dei bagni delle donne degli adesivi ricordano questa domanda: “Se sei in pericolo chiedi se c’è Luisa”.
“C’è Luisa?” è il progetto che ha come obiettivo quello di aiutare le donne che all’interno di locali pubblici siano state infastidite o che temano di essere molestate. Ogni volta che al barista verrà fatta questa domanda, quindi, capirà ed allerterà dapprima il servizio di sicurezza del locale e poi se necessario le forze dell’ordine.
"C'è Luisa", parola d'ordine: aderire!
Il vicino di casa Comune di Verona ha già aderito grazie alla sensibilità di Michael Cortelletti, titolare di quattro storiche attività, che ha da subito messo in campo tutte le risorse necessarie per poter entrare in questo circuito: "Al di là della retorica e di tutti i grandi discorsi sulla questione, credo che la cosa più importante per affrontare il problema sia mettere in atto quante più azioni pratiche siano in nostro possesso – ha spiegato Cortelletti – Credo che l’ospitalità sia un grande valore e con “C’è Luisa” rendiamo chiaro che essere ospitali significa anche avere un occhio di riguardo per chi è in difficoltà o pericolo".
Un progetto partito dalla Svizzera
La campagna è nata nella città svizzera di Winterthur nel cantone di Zurigo, dove la maggior parte dei locali notturni, bar, discoteche e club hanno aderito con entusiasmo a questa iniziativa. All’interno dei bagni delle donne degli adesivi ricordano questa domanda: “Se sei in pericolo chiedi se c’è Luisa”. L’iniziativa si è poi diffusa anche in Germania ed in Gran Bretagna. In Canada invece il codice per chiedere aiuto nelle discoteche è domandare al bartender il cocktail “Angelot”.
Il sistema di protezione parte in automatico
La necessità di avere un codice è molto importante per evitare alle donne lo stress di dover cercare aiuto, di pensare a come fare e come procedere. Con questa semplice domanda invece il sistema di protezione parte in automatico, senza inutile e pericolose perdite di tempo. Inoltre questa innocua domanda evita di attirare l’attenzione e di conseguenza che la situazione possa degenerare. La speranza è che Mantova ora salti sul carro e segua l'esempio virtuoso delle vicine di casa.