Rivalta sul Mincio: sequestrati 60 ettari di terreni agricoli

Durante un controllo eseguito nell’ ambito delle normali attività di servizio, era stato recentemente notato che i campi erano costantemente allagati da reflui di natura non chiara cosparsi di frammenti di plastica sminuzzata.

Rivalta sul Mincio: sequestrati 60 ettari di terreni agricoli
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Rivalta sul Mincio: maxi sequestro dei Carabinieri Forestali delle stazioni di Mantova e Goito.

Rivalta sul Mincio

Nei giorni scorsi, i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Mantova e Goito, supportati dai tecnici di ARPA Lombardia, hanno sequestrato circa 60 ettari di terreni agricoli in coltivazione a Rivalta sul Mincio, Corte Rocca Bertana, unitamente a vaste porzioni di cortili e pertinenze, ad un trattore con botte ed una grande vasca in cemento utilizzata per lo stoccaggio di fanghi e liquami. I terreni sono risultati affittati da Rivalta Energia Società Agricola srl, proprietaria anche dell’ impianto per la produzione di energia da biomassa di Via Settefrati, a Rodigo, in passato già oggetto di attenzioni da parte del  Corpo forestale dello Stato.

Durante un controllo eseguito nell’ambito delle normali attività di servizio, era stato recentemente notato che i campi erano costantemente allagati da reflui di natura non chiara cosparsi di frammenti di plastica sminuzzata. Alcune porzioni dei terreni, per effetto dei ripetuti spargimenti, risultavano in qualche tratto quasi rivestiti di tali frammenti. E’ scattata a questo punto l’ ispezione di tutto il compendio aziendale e, successivamente, anche del biogas, impianto da cui è risultato provenire il materiale poi disperso sui campi.

Gestione irregolare di rifiuti

In stretta collaborazione con i tecnici di ARPA, i Carabinieri forestali hanno appurato che il materiale sparso sui campi, coltivati a mais da biomassa, e presente nella vasca era costituito dal digestato del biogas, ovvero il materiale residuo della fermentazione anaerobica della biomassa organica, che man mano che viene prodotto nell’ impianto viene portato a mezzo di botti nella vasca e da lì disperso sui campi come fertilizzante/ammendante. Si tratta di un’ attività in sé non vietata, a patto che venga svolta nel rigoroso rispetto delle normative nazionali e regionali  in materia ambientale e di impiego di fertilizzanti azotati ( nitrati) in agricoltura, che ne regolano natura, quantità, periodo di utilizzo, frequenza, modalità, eccetera…. Altrimenti, la pratica si configura come una gestione irregolare di rifiuti con le conseguenti sanzioni penali ed amministrative che ne derivano.

Depositi incontrollati di rifiuti

Poiché nel corso dell’ ispezione è stata verificata anche la presenza di numerosi e ingenti depositi incontrollati di rifiuti di natura non chiara, sia esposti alle intemperie che all’ interno di capannoni aziendali, i Carabinieri forestali hanno posto sotto sequestro anche tali accumuli, al fine della loro caratterizzazione e rimozione,  assieme ad un’ autobotte che, durante le attività, è arrivata per sversare nella vasca del digestato proveniente dal biogas.

Recidivi

Viste le dimensioni del fenomeno scoperto, la recidività della condotta dei titolari dell’ impresa, e le possibili implicazioni sia con la gestione dell’ impianto di biogas che con la conduzione agronomica dell’ azienda, i Carabinieri Forestali ed ARPA hanno posto sotto sequestro anche una voluminosa quantità di documentazione amministrativa;  le indagini sono perciò ancora in corso, al fine di verificare la regolarità sia nella gestione dell’impianto a biomassa che dell’azienda agricola, soprattutto per quel concerne il rispetto del Programma di Azione Regionale dell’ utilizzo di fertilizzanti azotati in agricoltura e  l’ impiego di pesticidi e diserbanti.

 

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