Maltempo, manna per campi lombardi dopo un inverno con piogge dimezzate

Quella del clima è una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. 

Maltempo, manna per campi lombardi dopo un inverno con piogge dimezzate
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Il maltempo arriva come una manna sulle campagne lombarde dopo un inverno anomalo in cui le precipitazioni che hanno coinvolto tutto il territorio regionale sono praticamente dimezzate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’arrivo della perturbazione proveniente dal Nord Europa, con il ritorno di neve e pioggia dopo una prolungata siccità che ha messo in allarme gli agricoltori in vista delle semine primaverili.

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Maltempo, manna per i campi

Se da un lato infatti il “bel tempo” ha permesso di fare le lavorazioni per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che – spiega la Coldiretti – può avvenire solo in presenza di buona umidità. La mancanza di precipitazioni significative per lungo tempo – continua la Coldiretti Lombardia – ha infatti ridotto la quantità di acqua nei terreni, negli invasi e nei fiumi. Nei laghi, in particolare, gli attuali livelli idrometrici sono inferiori rispetto allo scorso anno: l’Iseo ha perso 33,4 centimetri, il Maggiore 19,9 centimetri e il lago di Como 13,5 centimetri.

Scorte idriche

La pioggia – sottolinea la Coldiretti – è importante per ripristinare le scorte idriche ma deve cadere in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità dei fenomeni atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni. Nelle campagne italiane il clima pazzo ha provocato danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture.

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L’agricoltura – continua la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici che mettono a rischio il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy, dai grandi formaggi ai salumi fino ai vini, che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani. Quella del clima è una nuova sfida per le imprese agricole che – conclude la Coldiretti – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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