Lo scandalo

Detenuti continuano a percepire il reddito di cittadinanza in carcere

Omessa comunicazione all’Inps entro il termine di 2 mesi dall’avvenuta carcerazione. La Guardia di Finanza ne ha scoperti 105 a Torino, l'operazione si sta allargando a macchia d'olio in tutta Italia.

Detenuti continuano a percepire il reddito di cittadinanza in carcere
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Uno scandalo che parte dal Piemonte e potrebbe investire tutto il sistema carcerario italiano. La Guardia di Finanza di Torino, tramite l'“Operazione Sbarramento”, ha denunciato ben 105 detenuti o loro familiari per illeciti relativi alla percezione del reddito di cittadinanza. Oltre 430mila euro indebitamente intascati in tutto.

Detenuti continuano a percepire il reddito di cittadinanza

Le Fiamme Gialle in collaborazione con l’Inps, come racconta Prima Torino hanno scoperto e denunciato 105 detenuti in istituti di pena o loro familiari che hanno irregolarmente richiesto e percepito il Reddito di cittadinanza mediante l’omessa comunicazione all’Inps, entro il termine di 2 mesi dall’avvenuta carcerazione.

In pratica, ecco cosa dice la legge: bisogna avvertire l’Inps, qualora si percepisca il reddito di cittadinanza, se si è stati arrestati e ci si trova in galera. In tal caso, infatti, i soldi non devono più essere erogati e incassati. Ma, e forse qui sta l’assurdo, spetta allo stesso percettore del reddito segnalare la propria carcerazione.

Detenuti per reati molto gravi

Il Reddito di cittadinanza è stato istituito quale misura finalizzata al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. L’ottenimento del beneficio è legato al possesso di specifici requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno oltre che di provvedimenti restrittivi della libertà personale poiché la famiglia subisce una variazione numerica.

L’approfondimento investigativo, condotto dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino nei confronti dei carcerati nella prigione torinese “Lorusso e Cotugno”, ha consentito di individuare una vasta platea di soggetti che avevano avuto indebitamente accesso al reddito di cittadinanza e continuavano a percepirlo.

Tra i “furbetti” figurano anche detenuti per reati molto gravi quali associazione per delinquere e rapina, estorsione, violenza sessuale, perfino pornografia minorile. L’accusa è aver attestato il falso, utilizzato dichiarazioni o documenti falsi e omesso informazioni dovute.

Tutti i coinvolti sono stati segnalati all’Inps per la revoca del sussidio e il recupero del beneficio economico ma anche alla Procura Regionale della Corte dei conti per gli eventuali profili di danno erariale.  Quanto indebitamente intascato ammonta in tutto a oltre 430mila euro.

Solo a Torino?

Questo quanto scoperto nel carcere di Torino. La domanda che ci si pone è: possibile che nelle altre carceri i detenuti per scrupolo morale abbiamo evitato, con lo stesso giochino, di ottenere il reddito di cittadinanza?

Anche perchè molti dei carcerati di Torino non sono solo piemontesi, anzi. Le loro famiglie abitano in altre regioni d’Italia e la stessa cosa avviene in altre carceri del territorio. Le persone individuate sono stati infatti segnalate a ben 14 altri uffici giudiziari in Piemonte, Lombardia, Emilia, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

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