Acquario tropicale in casa o pesci rossi nella boccia

In alcuni casi possiamo parlare di un vero e proprio pezzo d’arredamento

Acquario tropicale in casa o pesci rossi nella boccia
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Tenere un acquario tropicale in casa, o anche semplicemente dei pesci d’acqua dolce nella classica «boccia» è una scelta condivisa da molte persone. L’acquario serio con piante e componentistica varia (sassi, mini-relitti, stelle marine, piante) al suo interno ha dei costi non indifferenti se si vuole trasformarlo in un pezzo di arredamento. La vasca, in questo caso, dev’essere minimo di 300 litri e dotata di filtri per la pulizia dell’acqua, per la sua ossigenazione e per muoverla all’interno dello spazio. L’impianto in sé, in questo caso, viene a costare circa 700 euro. Poi ci sono i pesci da metter dentro e i costi di manutenzione per la funzionalità del tutto.

Acquario tropicale in casa o pesci in boccia?

Impossibile fare la media di quanto può costare un pesce: il «pagliaccio» (clown-fish) stile Nemo si paga poco, sui 10 euro; ma ci sono esemplari del tutto simili se non quasi identici (premnas snowflake) che superano i 150 euro. Poi più sono costosi, più sono delicati... Senza contare il mangime: non si può dare la mollica di pane a un esemplare tropicale del genere. Il mangime di buona qualità costa circa 5 euro una confezione da 1/4 di litro. Insomma, i conti son presto fatti: serve una cifra! Ma la resa... La resa è spettacolare: i pesci che nuotano lenti nel loro ambiente, uno spaccato di mare aperto con led luminosi e neon colorati, le piante che fluttuano, le bollicine che corrono in superficie... Da restare estasiati!

Effetto relax

E l’opinione è unanime anche sull’effetto di totale relax che un acquario ben tenuto e ben posizionato crea nel locale in cui si trova. Il «surrogato» di questo costoso paradiso c’è, e si chiama pesce rosso. Una vasca con acqua del rubinetto può contenere (a seconda delle dimensioni) vari esemplari che arzilli guizzano per il nostro piacere. Ricordarsi che, in questo caso, l’acqua va cambiata almeno una volta ogni tre giorni e che i nostri «amici pinnati» devono essere nutriti quotidianamente.

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