Gelato e le sue origini, ecco la storia di un mito

Gli italiani lo hanno inventato e perfezionato nei secoli rendendolo un alimento davvero unico

Gelato e le sue origini, ecco la storia di un mito
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Gelato mon amour. Diverse le correnti e le scuole di pensiero relative alle sue origini. C'è chi attribuisce la paternità dell'invenzione addirittura ai greci antichi. E chi ha tramandato ai posteri l'immagine di un Alessandro Magno che, nella sua marcia verso la Persia, ordinava ai propri uomini di scavare delle buche nel terreno dove conservare del ghiaccio che potesse portare refrigerio alle truppe e ai cavalli sulla via del ritorno. Si parla da più parti di greci e romani antichi che erano soliti gustare succhi di frutta varie con ghiaccio.

Giro del mondo

Degli arabi che preferivano a loro volta succo di frutta e ghiaccio come bevanda gustosa e dissetante nelle ore più calde della giornata, usanza che sarebbe stata tramandata loro dagli egizi. Oppure dai soliti cinesi che secondo molti sarebbero stati i primi a refrigerare con neve o ghiaccio sapori dolci e aromatici. Gli arabi definirono quella preparazione "sharba" cioè bevanda ghiacciata. Certo che, da lì al gelato, la strada era sarebbe stata ancora lunga. La Bibbia riporta l'episodio di Isacco che offre ad Abramo latte di capra misto a neve. "Mangia e bevi: il sole è ardente e così puoi rinfrescarti".

Un racconto gelato

Forse fu proprio Abramo il primo uomo ad assaggiare un gelato! In tutta l'antichità si possono trovare tracce sull'uso della refrigerazione di sostanze dolci. In Sicilia usavano la neve dell'Etna e Nerone a Roma si faceva portare dai suoi schiavi la neve dal Terminillo, che poi addolciva con miele e frutta. Con la caduta dell'Impero Romano, nel buio periodo medievale, si persero quelle raffinatezze che fino ad allora erano state patrimonio comune di molti popoli. Per riportare in auge questo alimento fu necessario aspettare il Rinascimento. Un pollivendolo e cuoco a tempo perso, il fiorentino Ruggeri, strabiliò tutti gli altri cuochi partecipanti ad una gara indetta alla corte De'Medici, preparando il "piatto più singolare che si fosse mai visto”.

To be continued…

Un sorbetto, per l'appunto, che conquistò i giudici che dichiararono di non aver mai assaggiato un dolce tanto squisito. Caterina de' Medici, che doveva partire per sposare il futuro re di Francia, decise di portare con sé il bravo cuoco. Lo scopo era umiliare in cucina i cuochi francesi con la sua ricetta di "ghiaccio all'acqua zuccherata e profumata". La fama che ne derivò portò con sé anche l'invidia dei suoi colleghi che lo boicottarono in ogni modo. Tanto che il povero Ruggeri decise di inviare la sua ricetta segreta a Caterina. E se ne tornò a vender polli nella sua Firenze.

Dalla Sicilia a Parigi

Altro personaggio decisivo, pioniere della produzione e commercializzazione del gelato, fu il siciliano Francesco Procopio de' Coltelli. Dopo aver perfezionato una ricetta per la preparazione del sorbetto di origine musulmana, diffondendo il consumo di gelato in tutta la Sicilia, nel 1686, aprì un locale a Parigi. Era possibile gustare acque gelate, gelati di frutta e creme gelate. Il "Cafè De Procope" divenne il ritrovo letterario più celebre di tutta la Francia. Annoverando tra i suoi ospiti nomi illustri come Voltaire, Balzac e Victor Hugo. In tutta Italia la tradizione del gelato artigianale venne tramandata di padre in figlio ottenendo grandi riconoscimenti in tutta Europa.

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