storie di solidarietà

Ristruttura alloggio e offre gli appartamenti a famiglie ucraine

"L’impegno economico, per noi, non può bastare e deve essere accompagnato anche da una vicinanza non invasiva."

Ristruttura alloggio e offre gli appartamenti a famiglie ucraine
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Quando la Russia ha invaso l’Ucraina aveva da poco terminato di ristrutturare e arredare quattro appartamenti per affittarli. L’esplosione della guerra e l’ondata di profughi ha però convinto un noto imprenditore residente nel Casatese - che ci ha chiesto e ottenuto di mantenere l’anonimato - a cambiare rapidamente i suoi piani. Di fronte al dramma di quasi 3 milioni di ucraini costretti ad abbandonare in fretta e furia il loro Paese (quasi 1 milione sono bambini) non è rimasto insensibile. E così ha deciso di mettere a disposizione i suoi quattro alloggi proprio alle famiglie ucraine costrette a scappare.

"Mia moglie ed io siamo rimasti molto colpiti da questa immane tragedia - ci ha confidato - Senza pensarci troppo abbiamo contattato una Ong di Milano che si occupa di queste tematiche alla quale abbiamo espresso la volontà di mettere a disposizione quattro alloggi ai profughi ucraini, dando priorità alle mamme con i bambini che hanno lasciato i mariti a difendere il loro Paese. Sono appartamenti autonomi e arredati, dotati di cucina e stoviglie, dove le famiglie ucraine possono mantenere le loro abitudini; sono nostri ospiti a 360 gradi e ad ogni nucleo abbiamo messo a disposizione un buono mensile per fare la spesa. L’associazione invece si occupa di tutte le pratiche burocratiche: vaccinazione, iscrizione all’Ats e di tutte le necessità".

Il bisogno di dare una mano

Da una settimana tre dei quattro alloggi sono stati assegnati a tre mamme e nove bambini. Il quarto appartamento verrà occupato tra pochissimi giorni. Ma l’ospitalità non si limita all’espletamento delle pratiche burocratiche, alla messa a disposizione dell’alloggio e al buono spesa.

"L’impegno economico, per noi, non può bastare e deve essere accompagnato anche da una vicinanza non invasiva. Queste persone hanno bisogno di tante cose, di essere sostenute, di essere comprese: senza essere invadenti e quando lo desiderano, cerchiamo di passare un po’ di tempo con loro, soprattutto il sabato e la domenica, anche per distrarle un po’; con mia moglie e alcuni amici, ad esempio, nell’ultimo fine settimana, li abbiamo accompagnati in gita sul lago di Lecco. Sono persone fiere e che una volta finita la guerra vogliono tornare nel loro Paese al quale sono molto legati e ricongiungere la loro famiglia. Vogliamo far sentire queste persone come se fossero a casa loro senza però diventare un punto di affetto, come ci hanno suggerito gli psicologi della Ong".

L’imprenditore ci ha chiesto e ottenuto di mantenere l’anonimato

"perché non vogliamo sfruttare questo gesto per farci pubblicità, ma confidiamo che questa testimonianza possa diventare virale e convincere altre famiglie ad accogliere i profughi. Essere attenti al prossimo fa parte da sempre della nostra cultura e questa è una modalità che abbiamo utilizzato anche in altri eventi. Dopo il terremoto di Amatrice e dell’Aquila avevamo preso in affitto 20 appartamenti per sei mesi per dare un tetto provvisorio a queste famiglie in attesa dell’intervento dello Stato".

Per quanto tempo potranno occupare questi alloggi le famiglie ucraine?

"Per il tempo che servirà, non ci sarà alcun limite. Noi ovviamente speriamo possano fermarsi il minor tempo possibile perché vorrà dire che la guerra sarà finita e l’Ucraina potrà tornare a programmare il suo futuro".

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