centri commerciali

Oriocenter: "resistiamo e guardiamo al futuro"

Lo shopping mall stava preparando un Black Friday importante, ma ci saranno nuove sorprese.

Oriocenter: "resistiamo e guardiamo al futuro"
Pubblicato:
Aggiornato:

Periodo strano, in cui fare progetti è diventato difficile, in cui ogni tentativo di riorganizzarsi e di rilanciarsi corre il rischio di naufragare a seconda delle notizie in arrivo da Palazzo Chigi. Un periodo in cui però ci si aggrappa ai risultati degli anni passati e alle intuizioni per sfruttare i pochi margini che la situazione concede. Oriocenter in questo senso ha saputo fino a ora reggere l'urto.

Oriocenter tiene duro nonostante la chiusura

Gli sforzi accumulati negli anni hanno permesso di cadere sul morbido. La progettualità l'ha fatta nuovamente da padrone, con iniziative mirate a attutire la caduta e in alcuni casi a rilanciare le attività nei mesi di relativa tregua tra un'ondata e l'altra. Prima del decreto di mercoledì notte, che ha di fatto tagliato le gambe a qualunque iniziativa in Lombardia, Oriocenter si apprestava ad annunciare una grande operazione di rilancio. La quale avrebbe dovuto trasformare novembre in una sorta di black friday perenne.

L'obiettivo era quello, ovviamente, di foraggiare quelle attività, tra le 280 presenti in galleria, che più di altre stanno sentendo gli effetti di lockdown, chiusure anticipate e restrizioni varie. La situazione dei contagi, comunque già sotto gli occhi di tutti, ha in ogni caso imposto a Oriocenter di preparare un piano alternativo, nel caso – come poi è accaduto – arrivassero nuove chiusure o limitazioni. Di questo se ne parlerà nei prossimi giorni.

L'intervista al direttore Pizzagalli

Nel frattempo il direttore Ruggero Pizzagalli ci ha raccontato, complessivamente, la situazione di Oriocenter.

Direttore, come sta il centro commerciale?

"Continuiamo a resistere, anche se così è abbastanza frustrante. Non si fa in tempo a pensare a operazioni di rilancio che già si deve fare i conti con un nuovo decreto. Penso sia così per tutti, ma questo significa molto spesso lavorare senza raccogliere nulla. In ogni caso è giusto che la salute pubblica sia prioritaria in questo momento. Anche se la pioggia di decreti prima di arrivare alla chiusura, a nostro avviso, non ha giovato a nessuno".

Come avete affrontato la prima riapertura?

"Innanzitutto investendo molte forze per fare in modo che la struttura fosse pronta a gestire un flusso di persone che, senza adeguati controlli, eravamo consapevoli potesse rappresentare un rischio. Gli spazi sono costantemente igienizzati, c'è gel disinfettante a disposizione di tutti praticamente ovunque. Ci sono addetti alla sicurezza che hanno il compito di controllare che tutti rispettino le misure di sicurezza, distanziamenti, mascherine. Poi abbiamo cercato di venire incontro ai nostri commercianti e ai nostri clienti con alcune iniziative e concorsi a premi. Questi un po' hanno contribuito a rilanciare le attività in difficoltà.

Prima della seconda ondata e delle nuove chiusure ci stavamo riprendendo molto bene. Vale anche per i negozi che si sono trovati ad aprire tra maggio e settembre, che hanno avuto un buon inizio nonostante il periodo. In generale quindi questo ci spinge a essere fiduciosi nonostante le incertezze di questo momento. Stiamo lavorando tanto per fare in modo che le disposizioni del governo vengano rispettate e per fare in modo che questo pesi il meno possibile sulla vita futura del centro. Quello che abbiamo costruito in questi anni ci sta molto a cuore e siamo sicuri che riusciremo a uscire da questo brutto momento tutti insieme".

Qual era stata la risposta dei clienti dopo la riapertura di maggio?

"Noi dobbiamo solo dire grazie perché dopo i primi giorni in cui naturalmente c'era un po' di diffidenza i nostri clienti hanno sempre dato risposte importanti. Ci sono state meno persone che sono venute in questi mesi per fare i giri dei negozi come eravamo abituati a osservare. Il vantaggio di avere così tante attività diversificate tra loro però, è stato che molti venivano da noi per andare nei singoli negozi. Anche in questi ultimi weekend in cui sono rimaste aperte molto meno della metà delle nostre attività c'è stata una risposta importante. Significa che nelle persone è radicata l'idea che Oriocenter non sia solo un luogo di svago, ma anche un luogo molto comodo in cui è facile trovare quello che si cerca. Tutto questo ci incoraggia a resistere in questa situazione difficile, perché se noi riusciamo a stare in piedi è ovviamente grazie a chi ha fiducia in noi, clienti e commercianti in primis".

Oriocenter riuscirà a tornare quella “città nella città” di cui si è tanto parlato negli ultimi anni?

"Non ha mai nemmeno smesso di esserlo. Una cosa che ci hanno detto in molti è che Oriocenter è uno dei pochi luoghi in cui in questi mesi si è respirata aria di normalità. Una città deve infondere serenità, deve far sentire le persone accolte. Poche settimane fa c'è stata una proposta di matrimonio di fronte all'Uci. Era la prima volta che succedeva. Lo sposo, un me- dico, ha detto che ha scelto di farlo da noi anche perché Orio- center era per lui un luogo di serenità e di pace, in cui è venuto spesso con la sua fidanzata anche dopo le fatiche di marzo. Per noi è stata una bellissima conferma del fatto che stiamo costruendo qualcosa che va molto oltre al centro commerciale, e quello che sta succedendo da noi e nel mondo in generale non intaccherà quello che abbiamo fatto fino ad ora".

Seguici sui nostri canali