Da Greta a Tim Burton

Oggi è la Giornata mondiale della sindrome di Asperger: cos'è e i grandi personaggi che ne soffrono

I soggetti colpiti hanno un quoziente cognitivo uguale o superiore alla media e manifestano il loro disagio soprattutto a livello di interazione e inserimento sociale o di indifferenza emotiva.

Oggi è la Giornata mondiale della sindrome di Asperger: cos'è e i grandi personaggi che ne soffrono
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Oggi, 18 febbraio, si celebra la Giornata mondiale della sindrome di Asperger, una sindrome rientrante fra i disturbi dello spettro autistico. E' fondamentale sensibilizzare e far conoscere al mondo in maniera sempre più dettagliata il funzionamento di coloro che soffrono di questa patologia, spesso diagnosticata a grandi menti e protagonisti della storia. L'ultimo outing, in tal senso, è stato quello dell'attivista Greta Thunberg, 19enne svedese a capo dei movimenti planetari a favore del pianeta. La giovane, qualche tempo fa ha confessato di soffrire di Asperger, e che per lei si tratta di un "superpotere".

Sindrome di Asperger, cos’è?

Il pediatra austriaco Hans Aspergerper (1906 - 1980 ) è stato colui che per primo ha identificato, studiato e descritto un gruppo di bambini con particolari comportamenti nell’interazione sociale, nelle abilità comunicative e negli interessi. Come riporta anche il sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), la sindrome da lui scoperta è stata inserita, per la prima volta nel 1994, nel “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” in qualità di sottocategoria dei “Disturbi Pervasivi dello Sviluppo”.

Questa sindrome si caratterizza per assenza nell’anamnesi di un ritardo del linguaggio e di sviluppo cognitivo. Ma non solo, come spiegano gli esperti:

“Vi è una motivazione ad approcciare all’altro, seppur in modo eccentrico, unilaterale e verboso e, in virtù del buon livello di funzionamento intellettivo e adattivo, la dedizione assorbente ed esclusiva è rivolta ad interessi atipici per l’età e il livello di sviluppo”.

I soggetti colpiti da Asperger dunque, a differenza di quelli colpiti da altre forme di autismo, hanno un quoziente cognitivo uguale o superiore alla media e manifestano il loro disagio soprattutto a livello di interazione e inserimento sociale o di indifferenza emotiva. Alcuni bambini, riporta ancora l’Iss, possono manifestare difficoltà quali quella di giocare a giochi del “fare finta” o quella di preferire argomenti legati alla logica e ai sistemi, come la matematica. Altri, invece, occupano il tempo in una gamma limitata di attività immaginative, che possono essere perseguite in modo anche ripetitivo, ad esempio attraverso l’allineamento dei giocattoli. I bambini che ne sono colpiti possono avere un vocabolario limitato per descrivere le emozioni e “mancano di sottigliezza semantica e varietà nell’espressione delle emozioni”. E' anche possibile un’associazione tra la sindrome di Asperger e lo sviluppo di un disturbo dell’umore, tra cui depressione, disturbi d’ansia e problemi nella gestione della rabbia e nella comunicazione dei sentimenti, sia negativi sia positivi.

Rituali ripetitivi e interessi speciali

Per tentare di rendere il loro mondo meno confuso, le persone con la sindrome di Asperger possono ripercorrere regole e rituali ripetitivi e insistenti. I bambini, ad esempio, possono voler spingere per andare a scuola sempre vestiti nello stesso modo. Questo perché le persone affette da sindrome di Asperger di solito necessitano di un ordine molto personale delle cose e possono diventare scostanti se obbligati ad attività di routine o poco stimolanti. Interessi speciali o insoliti possono svilupparsi, infine, già dal secondo o terzo anno di età e possono iniziare a manifestarsi attraverso l’interesse per parti di un oggetto apparentemente insignificanti.

I geni con Asperger

E forse non ha tutti i torti la piccola Thunberg quando parla di superpotere riferito a questa patologia. Ecco tre personaggi famosi e geniali, nel loro campo, che hanno candidamente dichiarato di essere afflitti dalla sindrome di Asperger.

Susanna Tamaro: la grande scrittrice nostrana ha raccontato di aver ricevuto la diagnosi in età adulta:

"Era duro sopravvivere ad una scuola in quelle condizioni, all’epoca non si conosceva neanche cosa fosse l’autismo o cose di questo genere. E per me era veramente difficile capire la mia natura perché, pur essendo socievole e sinceramente interessata agli altri, avevo difficoltà nelle relazioni sociali. Era come se avessi  – e ce l’ho tutt’ora – un nemico interno che boicotta tutti i lati della mia vita, che mi chiude dall’esterno. È uno zaino pesantissimo che mi porto dietro. Con gli anni capii che si trattava di un problema neurologico, ma nessuno mi aveva mai fatto una diagnosi. Dopo i cinquant’anni questa condizione peggiora tantissimo. Mi accorsi che ero sempre stanca perché dovendo, in qualche modo, vivere secondo convenzioni sociali e dinamiche che non mi  appartenevano – e per le donne questo è ancor più vero perché tendono a mascherare questa condizione – provavo una stanchezza tremenda. Ero costretta a “fingere” una natura che non era mia, e dunque avevo un enorme dispendio di energie. Mi sforzavo perché mi colpevolizzavo di non essere all’altezza. Se un giorno, ad esempio, dovevo fare qualcosa di molto faticoso per me, nei due giorni successivi avevo bisogno di stare a letto, al buio, per recuperare. Come l’ho scoperto? In sala d’attesa dal medico, lessi un articolo in occasione della Giornata Mondiale dell’Asperger e notai che tutti quei sintomi che erano elencati ce li avevo. Poi mi sono recata in un centro specializzato e lì ho avuto la certezza della diagnosi".

Tim Burton: anche uno dei registi più amati da pubblica e critica, che ha firmato capolavori assoluti del cinema, soffre di questo disturbo. A notare alcuni comportamenti sospetti è stata la moglie, Helena Bonham Carter che ha riscontrato come caratteristiche tipiche quella di un'intelligenza sopra la media, ma una scarsa capacità relazionale e comunicativa. Il regista avrebbe poi dichiarato che proprio queste particolarità gli hanno consentito di acuire il suo lato creativo.

Anthony Hopkins: lo straordinario e raffinato attore britannico ha scoperto in tarda età di soffrire della sindrome in questione. Una diagnosi che non l'avrebbe stupito in modo particolare, essendo da sempre profondamente inquieto e per niente avvezzo alle relazioni sociali, come ha più volte dichiarato lui stesso. In un'intervista di qualche anno fa, anche la figlia del noto attore si trovò a confermare il disturbo del padre, raccontando che lui all'inizio non aveva idea di esserne affetto e riconduceva i suoi comportamenti a degli stati d'animo o delle inclinazioni caratteriali.

E sempre a proposito di geni, anche se bisogna stare attenti a non banalizzare questa patologia riducendola a una macchietta, anche il mondo del cinema e della tv hanno spesso posato lo sguardo sulla vita straordinaria di persone afflitte da Asperger. Grande successo ha riscosso "The imitation game", il film che si ispira alla vita del matematico inglese Alan Turing, in cui viene evidenziato l'aspetto geniale della sindrome. Anche Sheldon Cooper, nella sitcom The Big Bang Theory, presenta delle caratteristiche tipiche di soggetti Asperger.

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