Pusher tecnologici

La verità dello spacciatore: "Polizia? Che ridere, ormai si fa tutto via chat"

"Anche il più scemo degli scemi tra gli spacciatori, si mette d’accordo prima col cliente. E in stazione si vende sempre meno".

La verità dello spacciatore: "Polizia? Che ridere, ormai si fa tutto via chat"
Pubblicato:
Aggiornato:

Gli spacciatori di droga agli angoli delle strade o davanti alle stazioni? Anacronistici, ormai. Il mercato degli stupefacenti è cambiato: dalle piazze "vere" a quelle virtuali. E il pusher 2.0 si fa beffe dei controlli, spesso dati in aumento da parte delle Forze dell'ordine: perché sono WhatsApp e Telegram, le chat, il nuovo terreno di spaccio.

"Mi fa ridere ’sta cosa che fanno andare in giro sempre più poliziotti. Davvero pensano che basti questo? È da idioti! Anche il più scemo degli scemi tra gli spacciatori, ormai, si mette d’accordo prima col cliente. E in stazione si vende sempre meno".

La verità dello spacciatore: "Polizia? Che ridere..."

A Bergamo, città che, tra estivi e dehors, ha già chiuso il coprifuoco nel cassetto dei ricordi, alcune vie paiono essere ancora un’eccezione e rimangono deserte. Sembra quasi terra di nessuno, ed è lì - dove i lampioni illuminano poco o nulla - che Andrea Rossetti, giornalista del nostro quotidiano online Prima Bergamo, ha intervistato uno spacciatore. Ha 21 anni, origini nigeriane e un marcato accento bergamasco. È un fiero rappresentante della “seconda generazione”, nato qui, cresciuto qui ma cittadino italiano solo da poco. Paradossi dei giorni nostri.

Il primo elemento che balza all'occhio parlando con il 21enne è la percezione che ha delle sue attività illegali. Secondo lui "dire che sono uno spacciatore è un po’ esagerato. Mi limito a vendere marijuana e cannabis a chi me la chiede, amici e conoscenti. Mica vendo cocaina, eroina e pasticche". Sempre droga è, gli fa presente il nostro giornalista. Sbuffa di nuovo: "Tiro su sì e no cento euro a settimana, altro che spacciatore".

In sostanza, vende "qualche canna", come dice lui, principalmente a coetanei o ragazzi più giovani. Quanto gli basta per pagarsi "gli extra: le scarpe, i vestiti, una cena in un posto carino se esco con una tipa". Questo ragazzo un lavoro ce l’ha, prende uno stipendio minimo e buona parte dei soldi li dà a sua mamma, che a sua volta li spedisce in Nigeria. Del padre non parla.

Alla domanda se abbia mai pensato di diventare uno "spacciatore vero" replica:

"Cosa intendi per “spacciatore vero”? Perché quelli che vedi in giro, che vendono roba in stazione, in via Bonomelli, giù di là, mica sono spacciatori veri. Sono dei poveracci. Ne fai fuori uno e ce n’è subito un altro a sostituirlo. I soldi che tirano su, spesso tanti, non restano a loro, li devono dare a quelli sopra".

Qualcuno che "gestisce il giro"

E chi sarebbero "questi sopra" che gestiscono il giro?

"Non lo so chi sono - dice subito alzando le mani -. So solo che sono dell’Est, per la maggior parte. Attraverso altre persone, fanno avere la roba a quei disperati che vedi per strada e poi si prendono la maggior parte dei soldi che tirano su".

Si parla, però, di droga pesante: cocaina ed eroina principalmente, pasticche ogni tanto. Cannabis e marijuana, invece, sono un mercato che frutta poco, "tra i cinque e i dieci euro al grammo, dipende dalla qualità". Naturalmente non ci dice da chi si rifornisce.

La polizia non serve a niente

Il tema dello spaccio a Bergamo è tornato al centro delle cronache, nelle ultime settimane. L’Amministrazione ha intensificato i controlli, aumentato gli agenti su strada per contrastare il fenomeno. Il giovane però, non sembra preoccuparsi della cosa:

"Mi hanno fermato qualche volta, ma non sono scemo: ho sempre dietro poca roba. Uso personale. Non vendo a caso, chi vuole qualcosa da me prima mi contatta, ci si mette d’accordo e ci si vede. Non sono tra quelli che si piazzano in un angolo della strada e aspettano che gli piova in testa il cliente. Anzi, nessuno più fa così".

Ormai da tempo, spiega, il mercato s’è spostato sulle chat. Domanda e offerta s’incontrano via messaggio e col passaparola.

"Mi fa ridere ’sta cosa che fanno andare in giro sempre più poliziotti. Davvero pensano che basti questo? È da idioti! Anche il più scemo degli scemi tra gli spacciatori, ormai, si mette d’accordo prima col cliente. E in stazione si vende sempre meno".

Sono aumentati anche i controlli fuori dalle scuole, un tempo altra piazza particolarmente frequentata dagli spacciatori. Anche a lui capitava di vendere all’esterno di qualche scuola della città.

"Ma adesso non succede quasi più. E certo non perché mandano i cani ad annusare in giro. Semplicemente, le scuole erano chiuse. Da questo punto di vista, ha fatto più il Covid della polizia".

Ciò non significa che il consumo tra i giovanissimi sia calato: "Ma va, semplicemente chiedono di incontrarti alla fermata del bus, fuori da un bar, in altri posti insomma. Tutto e sempre via chat", spiega il pusher.

Seguici sui nostri canali